Cronaca

Un altro passo verso la colonizzazione della Luna?

Un altro passo verso la colonizzazione della Luna?

 (Afp)

 La Terra vista dalla Luna

La Cina riesce, per la prima volta nella storia, a far atterrare un modulo per l’esplorazione sul lato più remoto della Luna. L’allunaggio, “morbido” e “preciso”, della sonda Chang’e 4 è avvenuto il 3 gennaio alle 10:26 dell’ora di Beijing (3:26 in Italia), secondo quanto confermato dalla China’s National Space Administration (Cnsa). Mai rivolto verso la Terra, su questo lato del nostro satellite naturale è soprattutto difficile mantenere le comunicazioni radio necessarie a guidare una sonda. Per risolvere il problema, la Cina ha disposto l’anno scorso un satellite ponte, che ha garantito una comunicazione ininterrotta con la sonda che trasportava il modulo.

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L’allunaggio è avvenuto nel Bacino Polo Sud Aitken, il più antico ed esteso cratere meteoritico del Satellite, con circa 2.500 chilometri di diametro. Dal momento che la circonferenza della Luna è di circa 11 mila chilometri soltanto, il cratere si estende per quasi un quarto del Satellite (per vederne una ricostruzione tridimensionale e conoscere meglio la Luna, la Nasa ha messo a disposizione un apposito portale).

Un altro passo verso la colonizzazione della Luna?

GUILLAUME SOUVANT / AFP
 

 L’eclissi di Luna

Secondo quanto riferisce la televisione di Stato cinese, sei ore dopo l’atterraggio il rover dovrebbe muoversi fuori dalla capsula che lo ha trasportato per trasmettere la prima immagine a distanza ravvicinata dell’emisfero lunare.

Il futuro lunare

Materia di cui sono fatti i sogni di artisti, scienziati e futurologi, la Luna da sempre ispira la fantasia dei terrestri. È qui che, secondo Ludovico Ariosto, Astolfo troverà il suo senno e quello di Orlando, mentre sorvola il satellite in sella a un ippogrifo. E sulla sua superficie, nel luglio del 1969, Neil Armstrong ha posato piede in nome del popolo terrestre per la prima volta, segnando la fine di un’escalation militare e scientifica tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Oggi la Cina, terzo Paese a effettuare un “atterraggio morbido” sul satellite della Terra con la sonda Chang’e 3 – quindi con l’utilizzo di sistemi di mitigazione della caduta, a differenza degli atterraggi distruttivi – ha anche conquistato il primato di portare l’occhio umano sul lato della Luna perennemente nascosto alla Terra.

“Dal momento che è il lato più protetto dalle interferenze elettromagnetiche della Terra, è il luogo ideale per condurre ricerche sull’ambiente spaziale e le esplosioni solari – ha spiegato Tongjie Liu, vicedirettore del Lunar Exploration and Space Program Center del Cnsa – La sonda potrà così ‘ascoltare’ le profondità del cosmo”.

Grazie alle caratteristiche specifiche dell’emisfero lunare opposto alla Terra, la sonda potrà condurre il primo esperimento di radio trasmissione a bassa frequenza del satellite, osservare la crescita delle piante in un ambiente a bassa gravità ed esplorare l’area alla ricerca di acqua o altre risorse, come riportato dalla Cnn.

Un altro passo verso la colonizzazione della Luna?

 Afp

L’allunaggio della sonda cinese

Ma una migliore conoscenza del nostro satellite potrebbe anche riaccendere l’entusiasmo futuristico che ha sempre guardato alla Luna come a uno spazio sfruttabile attivamente dalla civiltà umana. Qualche progetto già esiste, come quelli realizzati dallo studio di architetti Foster + Partners che, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea, dal 2012 ha disegnato moduli gonfiabili per il lancio di materie sulla superficie lunare, strutture a prova di meteorite e stampanti 3D capaci di costruire edifici dove l’uomo non può respirare. Tecnologia quest’ultima sulla quale anche la Nasa ha investito risorse, lanciando una competizione per la progettazione di spazi abitabili che possono essere stampati in tre dimensioni.

Il sogno di Elon Musk

Ma per costruire sulla Luna, prima di tutto bisogna poterci arrivare. Sogno che potrebbe essere concretamente soddisfatto dall’agenzia spaziale di Elon Musk. A marzo di quest’anno l’imprenditore sudafricano ha promesso che entro il 2020 effettuerà il primo test orbitale della Big Falcon Spaceship (BFS), la nave spaziale destinata a raggiungere Marte. Idea che potrebbe sembrare azzardata, se non fosse che appena un mese prima la SpaceX effettuava il primo lancio sperimentale del Falcon Heavy, i cui propulsori laterali sono ritornati a terra dopo averlo accompagnato per la prima fase del volo.

E se il cuore di Musk è storicamente rivolto a Marte, che sogna di poterla colonizzare, l’innovazione tecnologica del Falcon Heavy rende più credibile l’idea di andare da New York a Londra in 29 minuti, o sulla Luna. “Se Spacex riuscisse davvero a realizzare un’astronave in grado di raggiungere Marte – scriveva l’astronauta Umberto Guidoni per il blog di Agi a marzo – è molto probabile che le agenzie di tutto il pianeta si mobiliterebbero per fare lo stesso”. A maggior ragione ora che potremmo avere una migliore conoscenza del satellite naturale del nostro pianeta.

A orientarsi verso la Luna è anche Donald Trump, che ha indicato alla Nasa di concentrare le proprie risorse proprio su un ritorno degli Stati Uniti sul satellite terrestre. E per farlo ha firmato una direttiva per rinvigorire l’esplorazione spaziale americana proprio l’11 dicembre del 2017, in occasione del 45esimo anniversario dell’ultimo allunaggio, come riportava l’astrofisica Patrizia Caraveo sul suo Blog Agi.

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