Cronaca

Un acquisto di droga finito male. Perché è morto Luca Sacchi

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Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, i due 21enni del quartierer San Basilio fermati per l’omicidio di Luca Sacchi a Roma, avrebbero dovuto consegnare della droga “ad un gruppo di amici della vittima, ma in realtà erano intenzionati a rapinare i giovani dei soldi che sapevano detenere in uno zaino da donna”, senza consegnare la sostanza stupefacente pattuita. Lo scrive il pm di Roma, Nadia Plastina, nelle 7 pagine con le quali dispone il fermo dei due che “a bordo di una Smart di colore chiaro, armati di un revolver calibro 38 e di una mazza da baseball in via Teodoro Momsen e all’uscita del pub John Cabot si avvicinavano alla vittima e alla fidanzata Anastasia che deteneva il denaro nello zaino a spalla”.

“Mentre Pirino la colpiva con una mazza alla nuca – si legge ancora nel decreto di fermo – intimandole di consegnare lo zaino che le strappava una volta a terra, Del Grosso alla reazione di Sacchi che affrontava l’aggressore esplodeva contro di lui un colpo di arma da fuoco da distanza ravvicinata in direzione del capo”. Alle 22.55 Del Grosso raccontava ad alcune persone per telefono che stava tornando con la droga, poco dopo le urla di Anastasia.

Il testimone della trattativa

Erano presenti anche altri pusher nella zona del pub la notte dell’omicidio. In particolare il pm cita le “sommarie informazioni” rese da un uomo che ha descritto, per averle direttamente vissuto, le fasi precedenti il delitto, narrando che lui stesso era stato incaricato da Del Grosso di verificare se persone in zona Tuscolana avessero il denaro per acquistare come convenuto “merce”.

Il teste afferma di essersi recato con altre due persone “in via Latina intorno alle 21:30 del 23 ottobre incontrandone una terza, già a lui nota, al quale si presentava come inviato di Valerio”. Sempre secondo il giovane “una donna in quel contesto aveva lasciato uno zaino che lui stesso aveva constatato contenere soldi divisi in due mazzetti da 20 e da 50 euro. Accertata la presenza del danaro la ragazza aveva ripreso lo zaino mentre arrivava subito dopo il Del Grosso”. Il testimone ha quindi detto di essere “entrato poi nel pub e di aver sentito subito dopo urla di una donna ed un colpo”. 

Secondo il magistrato, Del Grosso e Pirino devono essere fermati perché “sussistono specifici elementi che fanno ritenere fondato il pericolo di fuga dei predetti”. In particolare “essendosi presentati i genitori di Del Grosso e il fratello Valerio al commissariato San Basilio avendo appreso del coinvolgimento del figlio nell’omicidio Sacchi ed essendosi rapidamente sparsa la notizia nel quartiere, entrambi gli indagati avevano abbandonato le loro dimore abituali e si stavano rendendo irripetibili: il Del Grosso rifugiandosi in un hotel a Tor Cervara mentre Pirino sul terrazzo del palazzo dove abita, rilevato che i due erano oramai consapevoli delle indagini a loro carico, stante il livello di compromissione delle loro posizioni, godendo di non poche complicità potrebbero alla fuga per sottrarsi alle conseguenze dell’omicidio”. 

Il racconto della compagna di Del Grosso

“Il 23 ottobre scorso mi ha messaggiato chiedendomi di voler uscire insieme per una passeggiata. Alle 23.15 circa ho ricevuto uno squillo da parte sua che mi avvisava che era arrivato sotto casa mia”. Così la compagna di Valerio Del Grosso ha raccontato ai poliziotti della Squadra Mobile e ai carabinieri del Nucleo Investigativo quanto accaduto nella serata del 23 ottobre, pochi minuti dopo l’omicidio. “Durante l’uscita insieme Valerio per diverse volte mi faceva fermare con la vettura per scendere a parlare con diversi nostri conoscenti. Dopo ripetute richieste di spiegazioni, Valerio mi ha riferito che mentre era in compagnia di Paolo Pirino lo stesso aveva dato una bastonata ad una persona non specificando il motivo e il soggetto vittima. Intorno alle 3 chiedevo a Valerio di essere accompagnata a casa, ma lui mi ha chiesto di andare a passare la notte con lui in un hotel perché era meglio non tornarci”.

Ma i due durante la notte hanno continuato a discutere e durante un diverbio “Valerio – spiega ancora la ragazza – mi aveva detto che era successo un casino e che lui aveva esagerato nel comportarsi”. Solo il giorno dopo accortosi dei titoli dei giornali, la ragazza ha chiesto ancora spiegazioni e a quel punto Valerio è crollato: “lo stesso mi riferiva che aveva sparato in testa ad una persona non specificandone le motivazioni… Tutti gli amici me compresa consigliavamo a Valerio di andarsi a costituire. Lo stesso mi pregava di accompagnarlo in un albergo per stare con lui e fargli compagnia”. Proprio in quell’albergo le forze dell’ordine hanno rintracciato e bloccato il giovane, che non ha opposto resistenza, quasi convinto ormai a costituirsi.

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