Cronaca

Dopo 70 anni Abarth ha finalmente una strada tutta sua

carlo abarth strada torino

ERIC PIERMONT / AFP

Abarth

Il mito dello Scorpione compie 70 anni. Il marchio è Abarth, uno dei più conosciuti al mondo, con una community di oltre 110 mila fan e più di 70 club in Europa, e il record di vendite nel 2018 (quasi 25 mila unità). Ieri, l’intitolazione di una strada di Torino al suo fondatore, nel 40esimo della sua morte, Carlo Abarth: l’uomo che per primo intuisce le potenzialità dell’elaborazione e del technical upgrade su auto di normale produzione.

Ed è proprio a Torino che Abarth, austriaco di nascita e italiano d’adozione, nel 1949 inizia la sua carriera alla Cisitalia e sempre qui, insieme al pilota Guido Scagliarini, apre la prima sede della sua azienda, la Abarth & C. è in quegli anni che nasce un sodalizio indissolubile con Fiat: la prima vettura dello Scorpione è una 204 A, derivata da una Fiat 1100, che ha scritto una pagina memorabile nella storia dell’auto, quando il 10 aprile 1950 Tazio Nuvolari vince la sua ultima gara, la Palermo-Monte Pellegrino.

Sempre a Torino, il 4 luglio del 1957, viene presentata la Fiat 500. Carlo Abarth se ne innamora convincendosi che, con alcune elaborazioni, sarebbe potuta diventare estremamente performante. Nascono così le prime Fiat-Abarth 595 che cominciano a vincere su tutti i circuiti e, al tempo stesso, le famose “cassette di trasformazione Abarth” per elaborare i “cinquini” diventano l’oggetto del desiderio del grande pubblico.

Sono gli anni Sessanta il periodo d’oro per Abarth che, per far fronte alla crescente richiesta, decide di spostare la produzione in una nuova fabbrica sempre nel capoluogo piemontese. Da allora la storia dello Scorpione è fatta di successi industriali e sportivi: 10 record del mondo, 133 record internazionali, più di 10 mila vittorie su pista. Il mito cresce sempre più, entrando persino nel linguaggio comune.

Dal 1971 Abarth diventa a tutti gli effetti di proprietà del Gruppo Fiat e la memoria va alle Fiat 124 Abarth, 131 Abarth e Ritmo Abarth. Nel 2008, il rilancio del marchio, attraverso una nuova linea che nasce per far sognare tutti gli amanti dell’automobilismo sportivo, come dimostrano i modelli Abarth Grande Punto (2007) e Abarth 500 (2008), oltre ai kit prestazionali per ciascuna vettura e alle versioni da gara Abarth Grande Punto Rally Super 2000 e Abarth 500 Assetto Corse.

Da allora i modelli si sono succeduti a ritmo incessante: dall’Abarth 695 Tributo Ferrari (2010) all’Abarth 595 Yamaha Factory Racing (2015), dall’Abarth 695 Biposto Record (2015) all’Abarth 695 Rivale (2017), dall’Abarth 124 spider (lanciata nel 2016), all’Abarth 124 GT e alla nuova gamma Abarth 595 (entrambe nel 2018). E oggi la leggenda dello Scorpione continua con la gamma Abarth “70esimo Anniversario” declinata sui modelli Abarth 595 e Abarth 124, oltre alle nuovissime Abarth 595 esseesse e Abarth 124 Rally Tribute. 

“Il 2019 è stato un grande anno per noi – spiega Luca Napolitano, Head of EMEA Fiat and Abarth brand – volevamo iniziarlo come Carlo Abarth avrebbe voluto, con record e vittorie. Abbiamo fatto il record delle vendite perché il 2018 si è chiuso con quasi 25 mila unità, record storico per la nostra marca e poi vittorie nei rally, perché la 124 Rally ha portato a casa il campionato europeo e il campionato del mondo della categoria R-Gt. Inoltre, abbiamo lanciato una gamma dedicata al 70 esimo anniversario, abbiamo ripreso un logo storico dell’Abarth, che è la esseesse, e abbiamo appena lanciato la 695 70 Anniversario in 1949 esemplari, sarà la vettura preda di tutti i collezionisti”.

“E ancora – ha aggiunto – abbiamo appena chiuso a Milano gli Abarth Days, più di 5mila persone sono arrivate da tutta Europa per venire a festeggiare con noi. Oggi è il momento più emozionante, il Comune di Torino ha deciso di dedicare una via alla memoria del nostro fondatore, a dimostrazione di quanto la città sia legata alla nostra storia”.

Per Roberto Giolito, Head of FCA Heritage: “L’onore tributato dal Comune di Torino a Carlo Abarth oggi è particolarmente significativo, proprio perché è a Torino che l’austriaco Abarth ha realizzato il suo sogno, immerso in una comunità e prolifica e ricca di esperienze nel saper fare automobili”.

Così, Annaliase Abarth, moglie di Carlo sogna “un museo dedicato a Carlo Abarth. Lavoro su questo progetto – spiega – lo sogno a Torino, certo si potrebbe fare anche a Vienna, ma Torino è la città più adatta, qui c’è la sua storia e il suo lavoro”.

A celebrare i 70 anni, anche Arturo Merzario che ricorda il suo legame, lungo 55 anni, con il fondatore dello Scorpione: “Ho avuto la fortuna di cominciare la mia carriera con lui, è vero che la mia prima gara l’ho fatta con l’Alfa Romeo, ma sono poi passato subito, nel 1964, con Abarth. Correvo con le piccole auto. Poi la mia carriera ha avuto altri sviluppi, ma è stato Carlo Abarth, come un papà, a insegnarmi che le corse potevano diventare per me un lavoro. Ero un ragazzino terribile, fuori dalle righe, lui mi ha fatto capire che la mia passione poteva essere una cosa seria, mi ha ridimensionato, mi ha fatto crescere. Gli devo tanto. Mi ha spiegato che le corse non erano solo velocità e incoscienza, erano una cosa seria, potevano essere una professione. E così fu”.

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