Cronaca

Posta un video con una violazione della quarantena e gli sparano

È una storia talmente complicata che neppure in un film dei fratelli Cohen sarebbe credibile. Eppure, in estrema sintesi, è andata così: un tizio posta un video dei controlli di polizia per l’emergenza coronavirus e si becca quattro pistolettate. 

I protagonisti di questa assurda vicenda avvenuta tra Scilla e Reggio Calabria sono un ignaro cittadino e due gentiluomini, neppure direttamente coinvolti nel video, ma che si sono sentiti chiamati in causa per conto terzi.

La ricostruzione dei fatti, messa insieme dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, è davvero degna di una sceneggiatura. 

Venerdì sera un impiegato di Scilla decide di vestire i panni di pubblico censore del malcostume e dal balcone di casa propria si mette a filmare i controlli di polizia sotto casa. In apparenza nulla di male, ma quando il video finisce sul web e tra le persone riprese spunta un dipendente pubblico ufficialmente in malattia, le cose si complicano. E parecchio. L’uomo, sorpreso non solo fuori casa durante l’isolamento, ma per giunta in malattia, ha un cognome che in certi ambienti si potrebbe definire ‘pesante’ e vedersi esposto al pubblico ludibrio non gli va giù. E quando confida il proprio disagio a un parente e a un amico questi, non si sa se motu proprio o ispirati dall’indignazione dell’offeso, decidono di farla pagare all’autore del video.

Da qui la decisione di organizzare una fulminea spedizione punitiva, consumata in mezz’ora. I due si presentano a Scilla direttamente a casa del malcapitato e prima tentano di estorcergli duemila euro a titolo di “risarcimento” del torto patito, poi, quando l’impiegato si rifiuta, uno dei due gli spara quattro colpi di pistola. Solo uno va a segno; l’uomo, ferito a una gamba, cerca di rifugiarsi nell’androne del condominio, ma i due glielo impediscono e continuano a pestarlo. 

Quando ritengono di aver dimostrato a sufficienza la propria indignazione si rimettono in macchina per tornare a Reggio Calabria. Ai carabinieri serviono meno di due giorni per venire a capo della faccenda: rilievi scientifici, testimonianze, raccolta di dati informativi, permettono di individuare i due presunti autori.

Le indagini sono ancora in corso per far luce su tutti gli aspetti della vicenda, ma anche sul ruolo avuto dell'”offeso”, il permaloso impiegato in malattia. Il ferito, curato all’ospedale di Reggio Calabria, ha già fatto ritorno a casa. I due aggressori sono stati arrestati con l’accusa di tentato omicidio, estorsione e porto abusivo di arma da fuoco.
 

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