Cronaca

In Sicilia un’altra dottoressa è stata aggredita in ospedale

In Sicilia un'altra dottoressa è stata aggredita in ospedale

Nuova aggressione ai medici in Sicilia. Questa volta è accaduto a Messina, dove ieri notte, nel presidio di Continuità assistenziale del Mandalari, una dottoressa è stata aggredita da un utente che ha scaraventato in aria e divelto l’arredamento della stanza mettendo seriamente a rischio la sua incolumità. L’Ordine dei medici, presieduto da Giacomo Caudo, scende in campo stigmatizzando “questo fenomeno preoccupante e ormai dilagante: per l’ennesima volta il peggio è stato evitato grazie all’intervento di alcuni operatori del 118, che condividono i medesimi locali, sono riusciti a neutralizzare l’aggressore; ma non è accettabile continuare a dover sperare nella divina provvidenza o nella vicinanza di qualcuno; i medici si sentono lasciati soli e sono sempre piu’ scoraggiati e impauriti, specialmente i camici rosa”.

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Illesa fortunatamente la dottoressa di turno, che ha subito un comprensibile forte shock emotivo, in aiuto della quale è arrivato il personale del 118, con cui condivide i locali, che era appena rientrato da un intervento in ambulanza sul territorio. È l’ennesimo episodio di violenza a scapito dei medici che operano nei Presidi di Guardia Medica accaduto a pochissimo tempo da quello verificatosi nella notte fra il 6 ed il 7 gennaio scorso a Mirto-Frazzanò. Il paziente è stato denunciato sia dal medico sia dall’Asp di Messina per danneggiamento dei locali.

“Episodi simili sono ormai all’ordine del giorno – denuncia la Federazione italiana medici di medicina generale – in tutte le strutture sanitarie, dall’ospedale alla guardia medica, i professionisti rischiano aggressioni da parte di pazienti o parenti ed in guardia medica il problema è anche più accentuato ed aggravato dall’estrema solitudine in cui è costretto ad operare il medico. I sanitari sono ormai in preda a uno stato di rassegnazione ritenendo le aggressioni, verbali o fisiche, come un fatto inevitabile e abituale”.

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