Cronaca

“Gaia e Camilla sono passate con il verde” dice un avvocato delle famiglie

sedicenni investite roma corso francia semaforo verde

Riccardo De Luca / AGF

Corso Francia, luogo dell’investimento delle due 16enni, Gaia e Camilla

L’attraversamento pedonale teatro dell’incidente su Corso Francia, nel quartiere romano di Ponte Milvio, che ha causato la tragica morte di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, investite dall’auto condotta da Pietro Genovese, non prevede il giallo per chi attraversa e le ragazze avrebbero iniziato l’attraversamento con il verde per i pedoni.

Ad affermarlo l’avvocato Cesare Piraino, legale della famiglia Romagnoli, in un atto depositato oggi in procura di Roma con cui chiede ai pm di approfondire questo aspetto. “Il semaforo – scrive il legale – per l’attraversamento pedonale ha una peculiarità obiettiva: non prevede, per avvertire i pedoni dell’imminente sopraggiungere” del verde per le “automobili il caratteristico ‘giallo per i pedoni’ ma prevede che al ‘verde per i pedoni’, che dura 26 secondi e mezzo circa, segua soltanto un ‘verde lampeggiante’ che dura appena tre secondi e 40, a cui segue repentinamente e immediatamente il ‘rosso’, sempre per i pedoni e contestualmente dopo un secondo circa, sopraggiunge il verde, cioè il via libera, per le automobili della carreggiata”.

Per l’avvocato “la circostanza appare determinante sul profilo probatorio poiché se è vero che il giovane Pietro Genovese sia sopraggiunto su quelle strisce pedonali col verde e la macchina a fianco, nel frattempo, si sia fermata per far passare le ragazze, è certo che le stesse abbiano iniziato l’attraversamento pedonale con il verde e che si siano imbattute, subito dopo, nel “verde lampeggiante” e quindi, dopo appena tre secondi e mezzo, nel ‘rosso’ senza poter fare, loro si, null’altro che subire la morte”.

“Si chiede e conseguentemente di accertare compiutamente la circostanza il discorso che si ribadisce si ritiene rilevante ai fini probatori e cio’ all’esclusivo fine dell’accertamento della verità”, conclude il penalista.  

Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Post simili: