Cronaca

Il ventenne che ha investito e ucciso due sedicenni a Roma guidava in stato di ebbrezza

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 Ugo Barbàra / AGI

I soccorsi sul luogo dell’incidente in Corso Francia, a Roma

Un tasso alcolemico di 1,4 grammi per litro di sangue ed esito non negativo per altre varie sostanze stupefacenti. Sono questi i risultati dei test compiuti su Pietro Genovese, 20 anni, indagato a piede libero con l’accusa di duplice omicidio stradale per aver investito e ucciso Gaia e Camilla, entrambe di 16 anni, nella notte tra sabato e domenica su Corso Francia, all’altezza di via Flaminia Vecchia, nel quartiere romano di Ponte Milvio, uno dei punti focali della vita notturna giovanile romana. Sul passato del ventenne ci sarebbero anche due casi di possesso di droga. 

Il pm di Roma, Roberto Felici, ha disposto l’autopsia sui corpi delle due ragazze, all’altezza di via Flaminia Vecchia. Il giovane indagato a piede libero per omicidio stradale e difeso dall’avvocato Gianluca Tognozzi, è ancora sotto shock per quanto avvenuto. Uno striscione con scritto “Gaia e Camilla sempre con noi” è stato esposto sul ponte dell’Olimpica a pochi metri dal punto dell’incidente. Ieri tantissimi amici sono andati sul luogo dell’incidente portando fiori, soprattutto rose rosa, in ricordo delle due adolescenti. 

Quanto rischia Genovese

La pena prevista per omicidio stradale nei casi di ebbrezza non grave, ovvero di un tasso alcolemico compreso tra gli 0,8 e gli 1,5 grammi per litro, è dai cinque ai dieci anni di carcere, che salgono a un minimo di otto a un massimo di dodici, ovvero la pena prevista per omicidio stradale in stato di ebbrezza grave, quando il conducente è un neo-patentato (come è Genovese) o è sotto effetto di droghe. Non è ancora chiaro, però, se la positività agli stupefacenti sia legata ad assunzioni avvenute nei giorni precedenti e non direttamente correlate con l’incidente. 

Non solo. La pena aumenta della metà se, come in questo caso, muore più di una persona, fino a un limite di 18 anni. Qualora i giudici stabiliscano che la responsabilità dell’incidente non è esclusivamente di Genovese, la pena potrebbe invece essere ridotta fino alla metà. 

Il dolore dei genitori delle ragazze

“Adesso non ho ragioni per andare avanti, Gaia era la mia forza dopo l’incidente che avevo subito”. Dice il padre di Gaia, parlando con il suo legale, l’avvocato Giovanni Maria Giaquinto. “È’ molto provato – spiega il legale -. Nel 2011 ha subito un grave incidente in moto, all’Eur, che lo ha costretto sulla sedia a rotelle. Questa tragedia ha un risvolto ancora più drammatico perché colpisce un uomo già provato duramente. Questa mattina l’ho sentito, gli ho comunicato che oggi pomeriggio verrà svolto l’esame del corpo di Gaia. Questa notte non ha chiuso occhio, è distrutto per quanto accaduto”.

 “Voglio giustizia, non vendetta”, ha detto la mamma di Camilla al suo legale, l’avvocato Cesare Pirino. “Il padre, la madre e la sorella di Camilla sono distrutti per quanto accaduto – spiega il legale -. Una famiglia unita, colpita in modo tragico da questa vicenda. Attendiamo i risultati dell’esame autoptico, verrà svolto un esame esterno delle salme, per accertare la dinamica di quanto accaduto”.

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