Cultura

Seborga, il “Principato” italiano seduce La Vanguardia

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Il “Principato di Seborga” “modello di indipendenza”, addirittura prova concreta che anche in Italia le posizioni indipendentiste si stanno moltiplicando: dopo lo Stato del Vaticano e la Serenissima Repubblica di San Marino, anche il piccolo Comune di meno di 300 anime in provincia di Imperia sta lavorando alacremente per guadagnare quello status, ispirandosi al vicino Principato di Monaco.

Ne è così convinta ‘La Vanguardia‘, il giornale di Barcellona più venduto in Catalogna, che ha dedicato al paesino ligure l’apertura del suo sito web. “Tra le proposte elettorali di Sua Tremendità (così definita dal giornale la neoeletta principessa Nina Menegatto, prima donna a ricoprire la carica dal 10 novembre; ndr) c’è quella di trovare i documenti che sosterrebbero la loro tesi negli archivi del Vaticano e dello Stato italiano”, scrive il quotidiano. “Alla domanda se intendano chiedere un referendum sull’autodeterminazione, Menegatto rifiuta di fare qualsiasi cosa ‘illegale’, perché il suo piano è quello di ricorrere alla giustizia europea – si legge ancora – ma non scherza quando dice che possono farlo: ‘Niente è impossibile, guardate la Brexit o Trump”.

Le prove storiche, secondo i seborghesi

Come ricorda il giornale, gli abitanti di Seborga affermano di avere validi motivi storici per chiedere l’indipendenza. Secondo Luca Pagani, portavoce del “principato”, il conte Guidone di Ventimiglia donò nel 954 il territorio ai monaci benedettini dell’abbazia di San Honorato nelle isole di Le’rins, situata di fronte a Cannes. A partire dal X secolo l’abate iniziò a usare il titolo di principe con l’autorizzazione di papa Gregorio VII e nel 1666 ottennero la propria valuta, il ‘luigino‘, l’adattamento italiano di Louis-Pe’tit, per Louis, poi valuta francese.

Presto queste terre iniziarono a essere scomode per i monaci, quindi dopo un cattivo raccolto e il rifiuto dei contadini di pagare più tasse, l’abate decise di vendere il territorio a Vittorio Amadeo II di Savoia re di Sardegna nel 1729. Ciò è alla base di tutte le rivendicazioni d’indipendenza di Seborga: la tesi sostenuta è che quella vendita non fu mai legale perché non fu registrata.

Inoltre, il territorio fu venduto “come possesso personale del re, non per entrare nel regno di Sardegna, ma in modo che il monarca avrebbe esercitato un ruolo di protettore”, afferma Pagani, secondo il quale Vittorio Amadeo II pagò con i propri fondi e non con quelli del regno. Gli indipendentisti aggiungono che il sovrano non ha mai usato il titolo di principe di Seborga e che “nel 1815, nessun documento del Congresso di Vienna afferma che Seborga faceva parte del Regno di Sardegna”.

Quindi, l’annessione nel 1861 al Regno d’Italia e nel 1946 alla Repubblica italiana, devono essere considerati “unilaterali e illegittimi”. ‘La Vanguardia’ ha intervistato la principessa Nina Dobler Menegatto, ex moglie del precedente principe Marcello I – che ha abdicato per motivi personali e ora vive in Catalogna – e ha vinto le elezioni con 122 voti contro i 69 della sua unica avversaria, Laura Di Bisceglie, la figlia del fiorista che aveva dichiarato l’indipendenza di Seborga nel 1963 e si era autoproclamato Principe Giorgio I. “Siamo indipendenti perché non abbiamo mai smesso di esserlo”, promette la principessa Nina, che si dedica al settore immobiliare e vive a cavallo tra Seborga e la vicina Monaco e che ora riceverà il titolo di Sua Tremendità.

Il modello “Monaco”

Il modello a cui si ispira e che le ha fatto vincere le elezioni è quello del principato dei Grimaldi. “I miei elettori sostengono che dobbiamo essere come Monaco, cioè indipendenti ma con i servizi italiani. Incoraggerebbe il turismo e aiuterebbe le popolazioni italiane vicine”, afferma. Come ricorda ancora ‘La Vanguardia’, le pretese di sovranità di Seborga erano state dimenticate fino al 1963, quando Giorgio Carbone (in seguito principe Giorgio I) decise di recuperare la storia e creò una costituzione, un inno, una bandiera, una targa automobilistica e iniziò a promuovere il ritorno del ‘luigino’, che viene cambiato a 0,18 euro.

Visto che il potere non passa per via ereditaria ma attraverso un voto, dopo la morte di Giorgio I nel 2009 è stato eletto Marcello I, salito in carica nel 2010. Il piccolo autoproclamato “Principato di Seborga” ha dovuto fronteggiare molte sfide, anche un tentativo di colpo di stato. Nel 2016 un cittadino francese apparso come Nicola’s I si è dichiarato il vero principe di Seborga e in un video per le 300 anime del Comune ha promesso che si sarebbe battuto per raggiungere finalmente l’indipendenza.

Sulla Catalogna Seborga invita alla cautela

Malgrado le istanze di Seborga abbiano più una valenza folcloristica che politica, ‘La Vanguardia’ dà molto credito al ‘principato’, al punto da chiedere alle autorità del paesino ligure un parere sulla lotta catalana per l’indipendenza. “Naturalmente, non appoggiano l’indipendenza della Catalogna – scrive il giornale – le autorità di Seborga ritengono che ‘l’alto livello di incertezza della questione non consenta al principato di assumere una posizione chiara e definita’ e optano per la cautela: ‘Attenderemo lo sviluppo della situazione e le reazioni della comunità internazionale'”, aggiungono i rappresentanti del “Principato” citati da ‘La Vanguardia’. 

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