Cronaca

La rapida carriera politica di Lara Comi

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Una carriera politica rapida, iniziata prestissimo, quella di Lara Comi, la ex europarlamentare di Forza Italia finita agli arresti domiciliari nell’ambito di un filone dell’inchiesta ‘Mensa dei poveri’. Nata 36 anni fa a Garbagnate Milanese, laureata in economia, Comi inizia a fare politica giovanissima e già nel 2002 diventa portavoce di Forza Italia a Saronno.

Sei anni dopo viene candidata dal Popolo delle Libertà (in cui Forza Italia è confluita) alle politiche del 2008 ma non e’ eletta. La rivincita arriva pero’ l’anno successivo: alle elezioni europee prende oltre 63 mila preferenze nella circoscrizione Italia Nord-Occidentale e vola a Strasburgo. Nel 2012 le viene affidato anche l’incarico di coordinatrice PdL della provincia di Varese.

L’anno successivo, quando il PdL si spacca e rinasce Forza Italia, torna nel partito che l’aveva lanciata. Viene anche denunciata per diffamazione aggravata da Roberto Soffritti, candidato di Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia. Comi sarà condannata a risarcire 30 mila euro a Soffritti. Ma questo non ferma la sua corsa.

Nel 2014 è rieletta al Parlamento europeo con Forza Italia, con quasi 84 mila preferenze e poi nominata vicecapogruppo del Ppe. Tre anni dopo, però, scoppia la polemica perché in passato aveva assunto la madre come sua assistente e gli organi di controllo del Parlamento europeo rilevano una violazione delle norme che vietano ai parlamentari di reclutare parenti.

Comi accetta di restituire la somma ‘incriminata’, parlando di un errore di interpretazione normativa commesso dal proprio ex-commercialista. La vicenda non ha conseguenze di carattere giudiziale e penale e l’europarlamentare si presenta alle elezioni europee del 2019 per conquistare il terzo mandato consecutivo. Sarà la prima dei non eletti di Forza Italia.

A incidere sul risultato, forse, anche il fatto che un mese prima delle votazioni Comi viene indagata per finanziamento illecito nella maxi indagine della Dda di Milano sulla presunta rete di corruzione che aveva portato a 43 misure cautelari. E oggi, in seguito allo sviluppo di un filone dell’inchiesta “Mensa dei poveri“, è stata messa agli arresti domiciliari per accuse di corruzione, finanziamento illecito e truffa. 

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