Cronaca

La felicità di un ex uomo-ombra (il primo ergastolano ostativo in Italia)

ergastolo ostativo intervista musumeci

Giuseppe Aresu / AGF

“Sono emozionato e felice, oggi abbiamo vinto la nostra battaglia per cancellare l’ergastolo ostativo. Penso a tutti i miei compagni rimasti dentro che ora si abbracceranno: dipende solo dal percorso che faranno la possibilità di ritrovare la libertà.” Carmelo Musumeci, 64 anni, è stato il primo ergastolano ostativo, cioè in teoria condannato al carcere a vita senza benefici penitenziari, a ottenere la liberazione condizionale dieci mesi fa.

Entrato in cella il 25 ottobre del 1991 per una serie di condanne legate alla criminalità organizzata, è diventato il simbolo degli ‘uomini ombra’, così ha definito lui stesso in un libro chi appartiene al ristretto club dei detenuti senza un orizzonte, nemmeno lontanissimo, di libertà, a meno che non collaborino con la giustizia. Almeno fino ad ieri, alla sentenza della Corte Europea dei diritti umani che, pronunciandosi sul caso Marcello Viola, ha stabilito che “è inammissibile deprivare una persona della libertà, senza tendere alla sua riabilitazione e offrirgli la possibilità di riottenere la libertà in futuro”.

“La mia battaglia – racconta Musumeci all’Agi – è cominciata nel 2004 quando ho scoperto di non potere avere un permesso premio perché ero ostativo. Ho capito che avrei dovuto sensibilizzare l’opinione pubblica e, per farlo, ho coinvolto il costituzionalista Andrea Pugiotto (capofila in Italia dei giuristi contro l’ostativo, ndr)  col quale ho scritto il libro ‘Gli ergastolani senza scampo’, Agnese Moro, Margherita Hack e il relatore della mia tesi di laurea in Legge Carlo Fiorio. Proprio lui, sulla base di una recente sentenza della Consulta che ha stabilito che non può essere chiesta la collaborazione con la giustizia quando è inesigibile, è riuscito a farmi ottenere, dopo due domande respinte, la liberazione condizionale nel 2018”.

Nell’ordinanza con cui gli è stata concessa la libertà, i magistrati riconoscevano “il grande percorso di crescita personale che ha portato Musumeci a leggere e studiare in carcere con granitica volontà” e il suo “essere un uomo nuovo che si riscatta dal passato impegnandosi quotidianamente coi disabili”.  L’ex ‘uomo ombra’ vive e lavora nella casa famiglia di don Oreste Benzi.

“Oggi la mia felicità è piena, perché non potevo esserlo fino in fondo sapendo che c’è della gente murata viva senza nessuna possibilità di uscire. Adesso, finalmente, posso smetterla di lottare contro l’ergastolo ostativo, è un peso che mi portavo dietro. Mi sento più libero anche io perché avevo il rimorso di coscienza che ce l’avevo fatta e loro no”.

Musumeci ricorda il suo primo giorno da libero: “Quando sono uscito dal carcere di Padova è stato come uscire da una tomba: i rumori, i colori,  la gente, mi sembrava di sognare”. Negli anni di prigione, ha scritto una decina di libri pubblicati e tanti rimasti inediti. Uno degli ultimi, ‘Nato colpevole’, è arrivato fino al quinto posto nella classifica dei più venduti su Amazon, categoria ‘memorie e biografie’. “Scrivere è stata la mia terapia, ma da quando sono uscito non scrivo più. Sono troppo felice per scrivere, cosa posso scrivere ora che sono felice?”.  

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