Cronaca

I 600 chili di frutta a settimana donati alle Cucine Popolari di Bologna

Arance, mele, pere, clementine e fragole: 600-700 chili di frutta fresca alla settimana vengono donati dal CAAB centro agroalimentare di Bologna, alle Cucine Popolari organizzazione di volontariato che opera a Bologna e che in tempi di coronavirus è in grado di fornire 400 pasti al giorno da asporto ai bisognosi della città.

“Siamo felici di poter contribuire –   spiega il presidente CAAB Andrea Segrè – in collaborazione con Fedagro ACMO Bologna che riunisce gli operatori grossisti del Centro –  con azioni concrete e aiutare chi ha più bisogno. Gli ospiti delle Cucine Popolari, il lavoro di tutti i volontari e degli operatori sanitari sono sempre nel nostro cuore. Ci piace pensare chela bontà e salubrità della frutta e della verdura del Centro agro alimentare di Bologna possa contribuire a rendere più gustosi ed equilibrati i pasti i loro pasti.

Coronavirus Casab Cucine Popolari 

“In una situazione così difficile per tutti, gli ultimi sono in trincea e diventano i primi a risentire della crisi – racconta il fondatore di Cucine Popolari Roberto Morgantini – Siamo grati a CAAB, anche a nome dei volontari delle cucine e degli ospiti, per la sinergia solidale che dimostra l’attenzione del Centro alle questioni sociali. Questa fornitura ci permetterà di inserire la frutta in ciascuno dei 400 pasti che ogni giorno predisponiamo per asporto, e che prevedono per tutti il primo e secondo piatto insieme al pane. Il tutto nelle nostre tre postazioni di Bologna, con il massimo rispetto delle norme previste dal DPCM, consentendo l’accesso e l’approvvigionamento ad una sola persona per volta. Cucine Popolari opera interamente su base volontaria, per questo il sostegno concreto è elemento fondamentale per la continuità del servizi”.

Intanto CAAB in queste settimane resta operativo da lunedì al venerdì, dalle prime ore del giorno sino alle 9.30 del mattino, nel pieno rispetto delle misure di contenimento dell’epidemia e delle norme previste dal DPCM governativo, con l’obbligo del rispetto della distanza minima di 1 mt e di utilizzo di mascherina protettiva, oltre agli adempimenti di sistematica igienizzazione delle mani attraverso dispenser predisposti internamente, e all’indicazione di utilizzo dei guanti monouso.
 

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