Cronaca

“Chi ha sparato a Manuel Bortuzzo deve restare 20 anni in galera”. La richiesta del pm al processo 

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Francesco Fotia / Agf

Manuel Bortuzzo con il padre

Il 30 settembre, salvo cambi di programma, Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, i due ragazzi di Acilia accusati del ferimento del nuotatore 19enne di origini trevigiane Manuel Bortuzzo, conosceranno il proprio destino giudiziario.

Il pm Elena Neri ha chiesto la loro condanna, in abbreviato (e quindi con lo sconto di un terzo della pena), a 20 anni di reclusione per duplice tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, per porto, detenzione e ricettazione della pistola calibro 38 e per la rissa scoppiata in un pub con una banda di pusher rivali poco prima della sparatoria dimostrativa all’Axa nella notte tra il 2 e il 3 febbraio scorso.

Nell’immediatezza dei fatti, gli investigatori ipotizzarono subito una scambio di persona. Manuel, al momento di essere colpito alla schiena da un proiettile, stava con la fidanzata Martina Rossi (che si è salvata per miracolo) vicino a un distributore automatico di sigarette.

La coppia non era stata al pub e non aveva preso parte ad alcuna rissa. Dopo tre giorni di attesa e speranze, era arrivata dai medici del San Camillo il verdetto che nessuno voleva ascoltare: Manuel, per la lesione midollare completa, non avrebbe potuto più camminare.

Il 6 febbraio i due aggressori di Acilia vennero fermati dalla polizia e ammisero di aver sparato colpendo Bortuzzo per errore. Versione confermata davanti al pm, anche se poi i due preferirono avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip. Il loro difensore, l’avvocato Alessandro De Federicis, disse che gli aggressori erano “distrutti” e pronti “a chiedere scusa” alla famiglia del nuotatore.

L’8 febbraio il gip Costantino De Robbio convaliò il provvedimento di fermo e firmò una misura di custodia cautelare in carcere. “E’ altamente probabile il rischio di reiterazione dei delitti della stessa specie di quello contestato – scriveva il giudice – attese le modalità con cui il delitto è stato perpetrato”.

Per il magistrato, quanto avvenuto all’Axa “denota la mancanza di controllo e l’estrema pericolosità degli indagati, che non hanno esitato a recuperare una pistola che evidentemente avevano in precedenza acquistato e tenevano pronta per usarla, e programmare un omicidio brutale senza apparente motivo per poi allontanarsi dal luogo ridendo”.

Marinelli e Bazzano hanno agito, secondo il gip, “con assoluta mancanza di scrupolo e di controllo”, esplodendo “numerosi colpi di arma da fuoco verso le parti vitali della vittima, con evidente intento di ucciderla e non di ferirla”. Sui fatti di quella sera i due arrestati non diranno pià una parola. E anche in udienza hanno fatto scena muta. Il difensore della famiglia Bortuzzo ha chiesto dieci milioni di euro a titolo di risarcimento dei danni. “Non è il caso di scomodare le tabelle per quantificare i danni. La vita di Manuel e dei suoi familiari è ormai sconvolta. Una sentenza severa già l’abbiamo avuta e mi riferisco al referto medico. Ci aspettiamo una sentenza altrettanto severa da parte del giudice”. 

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