Cronaca

Cosa sappiamo per ora sul pianeta ‘abitabile’ (è grande due volte la Terra)

pianeta abitabile

MARK GARLICK / SCIENCE PHOTO LIBRA / MGA / SCIENCE PHOTO LIBRARY

Nel 2018, la NASA ha lanciato il telescopio spaziale TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite) con un obiettivo specifico: osservare le stelle vicine per trovare pianeti che siano potenzialmente abitabili. Già il suo predecessore, il telescopio Keplero, aveva identificato migliaia di pianeti extrasolari, ma in gran parte erano enormi giganti gassosi o giravano intorno a stelle troppo attive e instabili. TESS, invece, è progettato per essere più selettivo e per cercare pianeti più piccoli, di dimensioni comprese fra quella della Terra e di Nettuno, in orbita attorno a stelle stabili. Secondo gli astrofisici, questi vincoli dovrebbero permetterci di trovare pianeti più simili alla Terra.

E la risposta non si è fatta attendere.

All’inizio di quest’anno, TESS ha rilevato la presenza di un pianeta attorno a una stella della costellazione dell’Idra. Una stella nana, nota come GJ 357, più fredda del nostro Sole e circa tre volte più piccola, che si trova vicina in termini astronomici (soltanto 31 anni luce dalla Terra) ma lontanissima per le nostre abituali distanze terrestri (300 mila miliardi di chilometri, 50.000 volte più lontano di Plutone).

Le osservazioni del telescopio spaziale hanno mostrato attenuazioni periodiche della luce proveniente dalla stella: un chiaro indizio che “qualcosa” transita regolarmente davanti all’astro sottraendogli un’impercettibile quantità di luce. Con successive analisi si è scoperto che ci sono addirittura tre corpi che le orbitano intorno.

Il primo mondo è stato battezzato GJ 357 b. Si tratta di una cosiddetta “Terra calda”, con temperature superficiali di oltre 250 gradi C°, che si trova troppo vicina alla sua stella – circa 10 volte più vicina di Mercurio rispetto al Sole – e perciò poco ospitale per la vita.

Il secondo pianeta del sistema, denominato GJ 357 c, è almeno 3 volte più massiccio della Terra e orbita più lontano rispetto alla sua stella. Anche se è decisamente più freddo del primo, la sua superficie dovrebbe trovarsi a temperatura ben oltre quelle di ebollizione dell’acqua e sembra poco adatto ad ospitare la vita come noi la conosciamo.

Assai più interessante appare il terzo pianeta di cui si è parlato molto in questi giorni.

GJ 357 d è due volte più grande della Terra, molto più massiccio, ed è situato ai margini della cosiddetta “zona abitabile”, la zona dove teoricamente la temperatura superficiale si mantiene fra 0 e 100 gradi C°. Ulteriori osservazioni hanno mostrato che la temperatura media è piuttosto fredda, come quella invernale in Antartide, ma se il pianeta avesse un’atmosfera sufficientemente densa, cosa che rimane ancora da determinare, l’effetto serra potrebbe intrappolare abbastanza calore per riscaldare il terreno e consentire l’esistenza di acqua liquida in superficie. In futuro, grazie all’entrata in servizio di telescopi spaziali di nuova generazione, saremo in grado di evidenziare la presenza di atmosfera e di trovare le tracce di eventuali attività biologiche sul pianeta.

La caccia a mondi potenzialmente abitabili è appena cominciata e i primi risultati sono davvero incoraggianti. Nel prossimo futuro potremmo scoprire pianeti simili alla Terra e trovare una risposta alla domanda che l’umanità si è fatta fin dalla notte dei tempi: «Siamo soli nell’Universo?»

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