Cronaca

Perché nessuno si aspettava una marea così alta a Venezia

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Marco Bertorello / AFP 

Acqua alta a Venezia, 13 novembre 2019

“Nessuno se lo aspettava. Quando il comune ieri a mezzogiorno ha deciso di fissare la previsione di marea alla misura di 145 cm eravamo tutti convinti che fosse una misura cautelativa e che non avrebbe neanche raggiunto quella quota, dopo invece ha raggiunto i 187 centimetri, perciò è stata una cosa non prevedibile assolutamente”. Lo ha spiegato all’Agi Georg Umgiesser, ricercatore dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar) che segue l’andamento della marea nella laguna di Venezia.

Proprio ieri aveva sostenuto che la marea attesa poteva essere più bassa di quella annunciata. “La persistenza di un flusso molto forte di venti da Nord, di Bora, ci aveva indotto a pensare che questo costituisse un fattore di attenuazione della marea, un vero e proprio blocco che si scontrava con i venti di scirocco. Ma questo ha creato una situazione molto complicata nel Nord Adriatico. Situazione che ha prodotto questo evento eccezionale e imprevedibile, anche da parte dello stesso Centro Maree che pure fa previsioni da 40 anni”, ha ribadito il ricercatore.

La giornata di ieri è stata in effetti piuttosto complicata sotto il profilo dell’evoluzione meteorologica. La presenza di un minimo di pressione a Sud della Sicilia in risalita verso le coste del Tirreno ha innescato dinamiche su scala nazionale che hanno avuto ripercussioni da Gela a Venezia, proprio come lo scorso anno avvenne in occasione della tempesta Vaia, che scaricò la sua energia sulle Dolomiti. Il tema è dunque quello della affidabilita’ delle previsioni davanti a eventi che sembrano essere del tutto eccezionali.

“Le previsioni – ha aggiunto Umgiesser – hanno tutte un’incertezza e più è instabile la situazione della meteorologia più grande diventa l’incertezza. Se noi abbiamo una situazione relativamente stabile del meteo siamo in grado anche di prevedere una marea con una forchetta di 5 centimetri di errore, quindi in modo abbastanza preciso. Quando invece – ha proseguito – siamo davanti a una instabilità meteorologica l’incertezza si amplifica. Per esempio le raffiche di scirocco a 100 chilometri orari non le ha previste nessuno, neanche se si guardava ai modelli migliori, come quelli del centro europeo per le previsioni (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts, ECMWF). Lo stesso è successo un anno fa in occasione della tempesta Vaia con raffiche di 230 chilometri orari che ugualmente è stata una cosa assolutamente non prevedibile. Purtroppo – ha detto ancora – dobbiamo aspettarci sempre di più queste situazioni perchè questi eventi estremi diventeranno sempre più frequenti e diventeranno anche sempre più imprevedibili”. 

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