Cronaca

L’incendio lungo la ‘Carlo Felice’ che ha diviso in due la Sardegna

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Un rogo nella notte ha diviso in due la Sardegna. Le fiamme che hanno bloccato la circolazione sulla statale 131 tra Nuoro e Olbia hanno di fatto paralizzato il traffico sulla Carlo Felice, la strada più grande e importante della Sardegna, una refione priva di autostrade. La diramazione Dcn all’altezza del chilometro 89 è la centrale nuorese, strada fondamentale perché collega la 131 (Cagliari- Sassari-Porto Torres) a Nuoro e poi Olbia e d’estate è importantissima per i collegamenti da traghetti e aeroporto.

La 131 è stata riaperta stamane attorno alle 5, una volta ripristinate le condizioni di sicurezza. Sulla zona soffia un forte vento di ponente che ha complicato l’intrervento dei mezzi aerei. Le fiamme sono state contenute da numerosi mezzi a terra e da una trentina di vigili del fuoco. Il centro operativo antincendi regionale ha disposto l’invio di due Canadair, del Super Puma e di due elicotteri ‘leggeri’ del Corpo forestali dalle basi di Anela e Farcana.

Quindici famiglie sono state evacuato per precauzione nel Nuorese, nella frazione di Siniscola ‘Murtas Artas’. Le fiamme hanno interessato una vasta zona di cespugli e macchia mediterranea vicino alla statale, in località San Giuseppe, nel territorio di Siniscola. L’incendio ha interessato Monte Pizzinnu, tra il bivio di Lula e Siniscola, e un denso fumo ha invaso la strada.

Le fiamme si sono stese ad alcuni capannoni agricoli e alla zona industriale di Siniscola, dove sette squadre dei vigili del fuoco hanno lavorato per ore: a quelle di Nuoro e Siniscola si sono aggiunte altre provenienti da Cagliari, Sassari e Oristano. Danni ingenti alle aziende agricole e decine di animali uccisi dalle fiamme e dal fumo. Coldiretti della Sardegna centrale che parla di “disastro ambientale oltre che economico”, in base alle prime informazioni provvisorie raccolte dagli associati del posto. “Animali, pascoli, strutture, fienili, trattori e altre attrezzature sono state trasformate in cenere dalle alte fiamme alimentate dal forte vento”, denuncia l’organizzazione di categoria. “Tra le colture coinvolte anche la pompia, l’agrume raro tipico del Siniscolese”.

“Gli allevatori come sempre hanno messo a repentaglio la propria incolumità per mettere in salvo il bestiame”, riferisce il presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra Leonardo Salis, “ma nulla si eèpotuto contro la violenza di questo rogo che ha devastato diversi ettari di terra, colture, provviste e tutto ciò che ha trovato. Un’ennesima pesante perdita per le aziende agricole che, nonostante il pronto intervento delle squadre antincendio, si ritrovano impotenti davanti alla perdite del proprio lavoro”.

Salis sollecita una pronta ricognizione dei danni e un eventuale ristoro per le perdite subite da agricoltori e allevatori. Inoltre, occorre un intervento immediato “per garantire subito acqua e corrente elettrica fondamentali in questi giorni caldi per animali e piante”. “Quella degli incendi e’ una piaga per tutta la Sardegna, una danno incredibile e non solo economico che ci colpisce tutti”, ricorda il direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra Alessandro Serra.

“Quello di ieri ha anche un altro valore e significato perché è caduto nell’anniversario della tragedia di Curraggia a Tempio del lontano 28 luglio 1983, quando il fuoco provocò 9 morti e 15 feriti”. La più grave tragedia provocata dal fuoco in Sardegna, ricordata proprio ieri, giornata che la Regione Sardegna, con una legge del 2011, ha dedicato alle vittime degli incendi.

Intanto la Protezione civile regionale ha esteso all’intera giornata di lunedì il codice arancione per alto pericolo di incendi. L’attenzione rinforzata riguarda, in particolare, la Sardegna meridionale e orientale. 

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