Cultura

Attila trionfa alla Scala ma la vera star è Mattarella

prima scala attila

Un novecento difficile, grigio o rosso come il sangue, dove gli eserciti si sfidano, il popolo cerca di salvarsi. Momenti eroici e struggenti, passioni d’amore con scene che rimandano alla distruzione della seconda guerra mondiale. Tradizione e tecnologia con video, flash-back e luci led come in un concerto pop. È l’Attila di Giuseppe Verdi, composta quando era poco più che trentenne, che questa sera ha inaugurato la stagione del teatro alla Scala di Milano, che l’ha apprezzata tributandogli oltre 14 minuti di applausi, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Insieme all’opera è lui la star della serata, salutato con un’ovazione quando ha fatto il suo ingresso nel palco reale: oltre 5 minuti di applausi e molti “bravo, bravo”. A lui d’altra parte “Milano vuole molto bene” ha poi commentato il sindaco Giuseppe Sala, che ha visto l’opera nel palco d’onore insieme a Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura. Anche il direttore Riccardo Chailly si è detto “commosso” per come è stato accolto il Capo dello Stato, che “sta portando avanti un mandato straordinario”, dunque “è giustificatissimo un applauso di quella lunghezza, visto l’impegno e la difficoltà che lui ha affrontato e sta continuando ad affrontare”. 

“La musica e la cultura ultimo baluardo della democrazia”

Nell’intervallo un saluto agli artisti da parte del Capo dello Stato è una tappa nel camerino di Chailly per fargli i complimenti. A lui ha detto: “La musica e la cultura sono l’ultimo baluardo della democrazia” come riferisce il maestro. Parole apprezzate da tutti, anche dal regista Livermore: “Il presidente Mattarella ha detto cose meravigliose”. La sua presenza ha contagiato tutti, e si è sentito quando è partito l’inno di Mameli, cantato anche dal coro dietro le quinte.

Innovativa la direzione del maestro Riccardo Chailly “soddisfattissimo” di come è andata, e originale la regia di Davide Livermore che dalla platea applaudiva a scena aperta i suoi cantanti, seguito dal pubblico. In particolare il basso russo Ildar Abdrazakov, uno dei più ricercati del momento, è stato amatissimo dal pubblico. Accanto a lui, Odabella interpretata dal soprano spagnolo Saioa Hernandez che ha ringraziato dei fragorosi applausi baciando il palcoscenico.

Successo anche per Fabio Sirtori che interpretava il cavaliere Foresto, e George Petean nei panni del generale romano Ezio. Una messinscena imponente con cori affollati di adulti e bambini, con gli Unni guidati da Attila indossano divise che ricordavano molto quelle naziste, con cavalli sul palco, e sullo sfondo una città distrutta e un ponte che, per rispetto alla tragedia di Genova, non crolla per mostrare lo sfacelo del paese come nelle intenzioni originarie, ma si divide in due parti che lentamente si allontanano. 

A questa serata che viene considerata “la serata d’opera più importante del mondo”, per dirla come il sovrintendente Alexander Pereira, erano presenti molti personaggi del mondo della politica, più numerosi che negli ultimi anni: accanto al padrone di casa, il sindaco Sala e al presidente della Regione Attilio Fontana, i ministri Tria e Bonisoli, il presidente del Senato Alberti Casellati, l’ex premier Monti e la senatrice a vita Liliana Segre. Tanti i ‘big’ del mondo dell’imprenditoria e della finanza italiani: dai vertici di Intesa Sanpaolo, Messina, Gros Pietro, Bazoli, al patron della Brembo, Bombassei e la presidente di Eni, Emma Marcegaglia. Presenti inoltre, il presidente di Assolombarda, Bonomi, il presidente di Mediaset, Confalonieri, il ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine.

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