Cronaca

Sono tre i fermati per la morte di Desirée. Ora si cerca un quarto uomo

desiree stupro di gruppo omicidio volontario

ANDREAS SOLARO / AFP 

polizia 

Tre fermati, una verità terribile: svolta decisiva nelle indagini sulla morte di Desiree Mariottini, la sedicenne di Cisterna di Latina trovata cadavere in un immobile abbandonato in via dei Lucani, nel quartiere romano di San Lorenzo. Gli agenti della Squadra mobile e del Commissariato di zona hanno sottoposto a fermo tre persone, accusate di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti e omicidio volontario. Si tratta di due immigrati senegalesi, Mamadou Gara di 26 anni e Brian Minteh di 43, e di un nigeriano, Chima Alinno, 46 anni, tutti con precedenti per spaccio: insieme con almeno un quarto complice avrebbero fatto parte del “branco” che tra il pomeriggio e la notte del 18-19 ottobre avrebbe drogato la ragazza prima di abusarne sessualmente quando era ormai in stato di incoscienza.

Secondo quanto confermato da fonti investigative, Gara – resosi irreperibile dopo essere stato espulso nell’ottobre del 2017 – era stato rintracciato dalle forze dell’ordine il 22 luglio scorso, con richiesta di nulla osta dell’autorità giudiziaria per reati pendenti a suo carico; Minteh aveva presentato alla questura di Roma il 24 agosto 2017 istanza di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari; Alinno era titolare di un permesso di soggiorno per motivi umanitari scaduto il 13 marzo di quest’anno.

Uno dei tre fermati è stato rintracciato, a quanto si apprende, nella ex fabbrica di penicellina di via Tiburtina, in zona San Basilio. Lo stabile, che da anni versa in condizioni di abbandono, è uno di quelli inseriti dalla Prefettura di Roma nella lista di immobili occupati da sgomberare in via prioritaria. Gli altri due uomini, invece, sono stati fermati rispettivamente al Pigneto e a piazzale del Verano, non lontano dallo stabile dove è avvenuta la violenza sulla giovane.

Le ultime ore di Desirée

Almeno una decina le persone ascoltate tra ieri e stanotte dal procuratore aggiunto Maria Monteleone, dal pm Stefano Pizza e dal capo della Squadra Mobile Luigi Silipo, fra cui le amiche e un amico che avrebbero trascorso con Desiree la sua ultima serata. Diversi testimoni avrebbero raccontato che la ragazza nelle ultime settimane andava e usciva da quello stabile frequentato da un giro di “pusher” extracomunitari.

Secondo quanto scrive La Stampa, la morte della ragazza potrebbe essere avvenuta per asfissia e non per overdose. Il settimanale Oggi riferisce il racconto di un testimone: “Una ragazza urlava. Ho guardato quella che urlava e c’era un’altra ragazza a letto: le avevano messo una coperta fino alla testa, ma si vedeva la testa. Non lo so se respirava ma sembrava già morta, perché l’altra ragazza urlava e diceva che era morta. Nell’edificio c’erano africani e arabi: un po’ di gente, sei o sette persone”.

“Conoscevo Desirée e non la descrivo come l’hanno descritta alcuni giornalisti”, ha precisato Valerio Masci, legale della famiglia. “Era una ragazza normale, molto ingenua. Magari, nell’ultimo periodo, poteva essere un po’ più esuberante, ma parlare di problemi così seri di droga, sinceramente, non me la sento proprio. Io, assieme ai genitori, alla mamma, vogliamo il silenzio stampa. Occorre il rispetto della famiglia. Se vogliamo bene a Desirée e ai suoi familiari lasciamoli in pace”.

Le reazioni del governo

“Farò di tutto perché i vermi colpevoli di questo orrore paghino fino in fondo, senza sconti, la loro infamia”, ha twittato a caldo il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Poi, sottolinea Il Messaggero, ha aggiunto: “prenderemo tra poco la quarta bestia”.

“Sono vicino ai genitori” di Desirée “per questa tragedia – ha sottolineato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte – Sono padre e non oso immaginare cosa si possa provare a perdere una figlia. Non possiamo assolutamente tollerare che all’interno del tessuto urbano si creino degli spazi sospesi dalle regole giuridiche”.

desiree stupro di gruppo omicidio volontario

Michele Spatari / NurPhoto

Matteo Salvini (AFP) 

Ma la polemica politica è montata rapidamente. “Vi siete già fatti un film assurdo – ha risposto il vicepremier Luigi Di Maio a chi gli chiedeva se, con Salvini a San Lorenzo, non sia iniziata la campagna elettorale della Lega per il Campidoglio – Per cortesia parliamo della tragedia di Desirée e del fatto che io conosco la Lega e non credo che stia facendo campagna elettorale su una tragedia del genere”.

Il Pd risponde a Salvini

“Che la situazione di Roma sia peggiorata negli ultimi due anni è un dato oggettivo – ha ricordato il segretario nazionale del Pd Maurizio Martina – Salvini ha fatto bene ad andare ieri ma suo compito è rispondere quotidianamente sul bisogno di sicurezza e non solo andare un’ora sul luogo dopo una tragedia”. Il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha chiesto “tolleranza zero contro certe bestie schifose. Tolleranza zero contro le occupazioni abusive e le zone franche. Tolleranza zero contro i centri sociali che scendono in piazza per difendere l’illegalità”. Mentre per la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria “quello che è successo a Desirée è un dramma inaccettabile e, purtroppo, una tragedia annunciata”.

Intanto, mentre il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha annunciato che la Regione si costituirà parte civile nel processo, il Campidoglio ha deciso di proclamare il lutto cittadino nel giorno in cui si svolgeranno i funerali della ragazza.

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