(Afp)
Mensa scolastica, immagine d’archivio
ll Comune di Lodi è stato condannato per il regolamento che, tramite la richiesta di documenti difficili da reperire nei Paesi d’origine, aveva di fatto escluso i bambini extracomunitari dall’accesso alla mensa scolastica e agli scuolabus. Il Tribunale di Milano ha riconosciuto tale condotta come “discriminatoria”, accogliendo il ricorso presentato dall’Associazione studi giuridici sull’immigrazione e dalla Naga. L’ordinanza dei giudici chiede di “modificare il ‘Regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate’ in modo da consentire ai cittadini non appartenenti all’Unione Europea di presentare la domanda mediante la presentazione dell’ISEE alle stesse condizioni previste per i cittadini italiani e comunitari.
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Come nacque il caso
Il caso ha origine nell’estate del 2017 quando il sindaco della cittadina lombarda, Sara Casanova, firmò una delibera che modificava le regole per beneficiare delle tariffe agevolate per la mensa scolastica e per lo scuolabus. Se fino a quel momento i benefici venivano garantiti in base all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), a partire dall’anno scolastico 2018-2019 i genitori nati fuori dall’Ue dovevano presentare un’ulteriore documentazione per attestare la propria nullatenenza nel Paese d’origine.
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Documenti che sono spesso difficili o impossibili da ottenere. E, anche quando si riesce ad averli, i certificati vengono valutati con criteri molto stringenti dal Comune. Non è un caso che le richieste di accesso ai servizi del comune fossero state falcidiate. Le cifre parlano chiaro: alla fine di settembre le domande presentate erano 94. Quelle accettate quattro. Ad ora le richieste sono salite a 259, le approvazioni a cinque. Senza le agevolazioni queste famiglie vengono inserite nella fascia economica più alta – si legge su SkyTg24 – e devono pagare 5 euro per ogni pasto, e 210 euro a trimestre per l’uso dello scuolabus.
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