Cultura

Addio a Michel Piccoli: da Godard a Moretti, icona del Cinema

Si è spenta una delle leggende del cinema e del teatro francese: l’attore, sceneggiatore, regista e produttore Michel Piccoli è deceduto a 94 anni a seguito di un ictus. Una vita intera dedicata alla settima arte – con 150 film – e al teatro, una vita di battaglie, anche ideologiche, di avventure e di sperimentazioni, accanto ai più grandi registi, autori ed intellettuali.

Figlio del violinista di origine italiana, Henri Piccoli, e di Marcelle Expert-Bezancon, pianista francese, era nato a Parigi il 27 dicembre 1925. Michel Piccoli cresce in un ambiente borghese e artistico, nel XIII arrondissement di Parigi, per poi trasferirsi alla Bastiglia. Bambino poco loquace, la svolta avviene a 9 anni con la scoperta del teatro mentre studia a Compiegne: sul palco interpreta un personaggio di una delle fiabe più note di Andersen: I vestiti nuovi dell’imperatore.

Per lui una rivelazione: scopre che tutti lo ascoltano, stregati. La vocazione arriva a 18 anni, quando annuncia ai genitori il desiderio di calcare le scene, ma la Seconda Guerra mondiale scalfisce i suoi sogni artistici e con la famiglia lasciano Parigi. I discorsi di Hitler alla radio fanno scattare il lui lo sdegno e da’ il via al suo impegno politico, che porterà avanti per il resto della vita, contro gli estremismi, soprattutto di destra.

Nel 1945 arrivano le prime parti al cinema, come figurante e poi come protagonista in Le Point du Jour (1949). Ma in quei anni Piccoli raggiunge i massimi livelli al teatro, in varie compagnie che portano in scena opere avanguardiste di Beckett e Ionesco. Dal 1954 al 1966 è sposato con l’attrice Eleonore Hirt e dalla loro unione nasce una figlia. Lavora con i più grandi registri teatrali, come Peter Brook, Patrice Chereau e André Engel, che gli assegnano parti fino all’eta’ di 83 anni. Attore preciso e rigoroso, Piccoli conquista anche il piccolo schermo, come protagonista di diversi telefilm molto popolari in Francia.

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Michel Piccoli e Brigitte Bardot

Al cinema la svolta arriva nel 1956 con ‘Morte in questo giardino’ di Luis Bunuel, nel quale Piccoli, diventato ateo, indossa con ironia dissacrante la tonaca, in un’interpretazione che passerà alla storia. Il sodalizio con Bunuel è durato piu’ di 20 anni, con 6 altri film insieme, tra cui Bella di giorno (1967), Il fascino discreto della borghesia (1972). Cinquant’anni dopo, nel 2011, sempre in chiave anticlericale, interpreta un papa logorato dai dubbi e schiacciato dal peso dell’incarico in Habemus papam di Nanni Moretti, per il quale vince il David di Donatello. 

L’altro incontro importante è stato quello con Jean-Luc Godard, con la prima parte ottenuta da Piccoli in ‘Il disprezzo’ (1963), con Brigitte Bardot come partner. Gli anni 60′ sono quelli in cui Piccoli frequenta i più grandi intellettuali a Saint Germain des Pres, allacciando rapporti di amicizia con Boris Vian e Jean-Paul, e del colpo di fulmine per la cantante ed attrice Juliette Greco, che sarà sua moglie per 11 anni. Quegli anni coincidono con crescenti successi di Piccoli sul grande schermo in film di registi del calibro di Alain Resnais e Alfred Hitchock.

Attore fedele ai ‘suoi’ registi, intraprende un’altra collaborazione importante con Marco Ferrari, con 7 film interpretati tra 1969 e 1981, tra cui La grande abbuffata, che stigmatizza la decadenza della società moderna e fa scandalo al festival di Cannes, nel 1973. Piccoli entra anche nell’universo più conformista del regista Claude Sautet, che lo sceglie come protagonista in 5 film, tra il 1970 e il 1976, tra cui Le cose della vita, accanto a Romy Schneider.

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Michel Piccoli Nanni Moretti

Piccoli è stato anche ‘fedele’ al regista portoghese Manoel de Oliveira, protagonista di Torno a casa (2001) e Bella sempre (2006). Lungo la sua carriera si e’ anche affidato a registi emergenti francesi, tra cui Jacques Doillon (La fille prodigue, 1981), con risultati spesso acclamati dalla critica e dal pubblico.

Nel 1980 a Cannes riceve il premio come miglior attore protagonista in Salto nel vuoto di Marco Bellocchio e nel 1982 a Berlino l’Orso d’argento per Uno strano affare di Pierre Granier-Deferre. Nel 1997 Piccoli passa per la prima volta dietro la macchina da presa e realizza ‘Alors voila’, seguito da La Plage noire nel 2001 e ‘C’est pas tout a fait la vie dont j’avais reve’ (2005), emblematici della fantasiosa oscurità che contraddistingue il suo carattere. Dal 1980 era sposato con la sceneggiatrice Ludivine Clerc e insieme hanno adottato due bambini di origine polacca, che oggi hanno accompagnato Piccoli verso il suo ultimo viaggio.

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