Cronaca

Restano in carcere gli indagati per la morte di Desirée. Il Gip: “Crudeli e senza remore”

desiree indagati san lorenzo

Restano in carcere i tre extracomunitari fermati dalla Polizia nei giorni scorsi e accusati di aver stuprato ed ucciso la sedicenne Desiree Mariottini in un casolare abbandonato di via dei Lucani, nel quartiere romano di San Lorenzo. Questa la decisione del gip di Roma, Maria Paola Tomaselli, che ha sciolto la riserva emettendo una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei senegalesi Brian Minteh e Mamadou Gara e del nigeriano Alinno Chima, come sollecitato dalla Procura di Roma. Sarà invece il giudice di Foggia a pronunciarsi sul fermo del quarto uomo, il gambiano Yusuf Salia, bloccato ieri dalla polizia con 10 chili di marijuana.

Per i tre la detenzione è risultata “unica misura idonea” perché hanno agito “con pervicacia, crudeltà e disinvoltura”, dimostrando “una elevatissima pericolosità, non avendo avuto alcuna remora a porre in essere condotte estremamente lesive in danno di un soggetto minore giungendo al sacrificio del bene primario della vita”, scrive il gip nelle 15 pagine di ordinanza. Per il giudice sussiste “un concreto pericolo di recidiva e di fuga a carico degli indagati, soggetti tutti irregolari sul territorio nazionale rispetto al quale non presentano alcun tipo di legame familiare e lavorativo in quanto dediti all’attività di illecito commercio di sostanze stupefacenti”.

“Meglio lei morta che noi in galera”

La ragazza poteva essere salvata ma gli extracomunitari che l’avevano drogata e poi stuprata, fino a causarne la morte, non hanno fatto nulla per aiutarla impedendo persino che fosse soccorsa. “Meglio che muore lei che noi in galera” è la frase choc che secondo alcuni testimoni avrebbero pronunciato Minteh, Chima e Salia (fermato ieri a Foggia), tre dei quattro accusati. Nel ricordare questa frase e nel ricostruire l’intera vicenda, il gip Maria Paola Tomaselli scrive che “gli indagati hanno dapprima somministrato alla ragazza il mix di droghe e sostanze perfettamente consapevoli del fatto che fossero potenzialmente letali per abusarne, poi ne hanno abusato lungamente e ripetutamente, infine l’hanno lasciata abbandonata a se stessa senza adeguati soccorsi, nonostante l’evidente e progressivo peggiorare del suo stato, fino ad impedire ad alcuni dei presenti di chiamare i soccorsi esterni o la polizia per aiutarla”.

Ci sono altre persone coinvolte?

L’inchiesta potrebbe riservare ulteriori novità investigative. Brian Minteh detto Ibrahim, l’unico dei tre indagati ad aver risposto oggi alle domande del gip Maria Paola Tomaselli, ha negato ogni responsabilità e spiegato che altri soggetti, e non lui, hanno a che fare con la morte della ragazzina. Queste sue dichiarazioni saranno dunque oggetto di verifica e riscontro da parte degli inquirenti. Gli altri indagati fermati nei giorni scorsi dalla Polizia – il senegalese Mamadou Gara, detto Paco, e il nigeriano Alinno Chima, conosciuto come Sisko, accusati, come il primo, di omicidio volontario, violenza sessuale e cessione di stupefacenti – hanno invece preferito fare scena muta. Chima, però, incontrando il suo difensore ha affermato di essere estraneo ai fatti contestati: “Si vedeva che Desirée era una bambina… non mi sarei neanche permesso di toccarla”. L’avvocato Giuseppina Tenga ha ribadito il concetto: “Sisko si è avvalso della facoltà di non rispondere perché ancora non ha capito per quale motivo è finito in carcere. La Polizia ha voluto credere alle dichiarazioni rese da un suo informatore di zona e il mio assistito è finito nel mucchio. A me ha detto di non aver avuto rapporti sessuali con la vittima. E voglio crederci. Lui sa bene che deve dire la verità, con questi reati rischia l’ergastolo”.

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 La manifestazione dell’Anpi a San Lorenzo

Manifestazioni contrapposte ma nessuna tensione

Non si sono registrate tensioni a San Lorenzo per le due manifestazioni contrapposte dell’Anpi e di Forza Nuova. Non ci sono state occasione di contatto e tutto si è svolto in tranquillità. Un centinaio di militanti di destra, guidati dal leader di Forza Nuova Roberto Fiore, sono partiti dalla sede del movimento per raggiungere San Lorenzo, ma l’assembramento finale si è tenuto a Porta Maggiore, dove sono partiti cori e ululati razzisti contro gli immigrati, insieme ai saluti romani. Mentre si è conclusa con il canto di ‘Fischia il vento’, intonato da tutte le centinaia di persone presenti a piazza dell’Immacolata, la manifestazione “pacifica” organizzata da Anpi, Arci e movimenti in memoria di Desirée Mariottini. Su via dello scalo San Lorenzo un ‘presidio antifascista’ ha ‘osservato’ lo svolgimento della manifestazione di Forza Nuova nella vicina Porta Maggiore. “San Lorenzo resiste e lo farà ancora per tanti anni, siamo tutti partigiani e antifascisti contro le ingiustizie”, ha detto un portavoce dei manifestanti.

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