Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti conferma “l’impossibilità di garantire porti sicuri in Italia a navi battenti bandiera straniera” in merito alla richiesta di soccorso della nave Alan Kurdi. Attualmente, spiega il Mit in una nota, “a causa dell’emergenza pandemica Covid19, i porti infatti non presentano più i necessari requisiti sanitari richiesti dalla convenzione di Amburgo”. È quanto stabilito nel decreto interministeriale firmato ieri anche dal ministro Paola De Micheli che aveva già assunto decisioni analoghe per le navi da crociera e le navi passeggeri battenti bandiera straniera.
È un decreto ispirato ai principi di tutela della salute dei passeggeri e di eguaglianza di trattamento dei cittadini italiani ai quali le attuali ordinanze hanno impedito anche lo spostamento da un comune all’altro e dettato norme stringenti per il rientro dai paesi esteri.
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“Certi che la Germania manterrà gli impegni assunti”
Al governo tedesco – continua il Mit – in qualità di stato di bandiera, è stato chiesto di assumere la responsabilità di ogni attività in mare, compreso il porto di sbarco, della Alan Kurdi che in questo momento, oltretutto, non è ancora entrata in acque territoriali italiane.
“Nella certezza che la Germania manterrà gli impegni assunti – conclude – l’esecutivo italiano è pronto a collaborare e il ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministero della Salute, ad intervenire se necessario anche con l’utilizzo di mezzi propri, secondo i principi di solidarietà e fraternità con cui da sempre il Paese ha affrontato queste emergenze”.
Alarm Phone: “In 150 a rischio in mare”
Oltre 150 migranti sarebbero a rischio al largo della Libia, riferisce Alarm Phone. “Nella notte, siamo stati avvisati circa la presenza due barche in pericolo con 85 e 70 persone. Il contatto con entrambe è stato perso. Le autorità sono state informate, ma non rispondono adeguatamente. Non usare il Covid-19 come scusa per far morire le persone in mare!”.
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