Cronaca

L’asilo di Milano che deve chiudere perché i bambini cantano

asilo locomotiva momo chiude

A Milano un asilo deve chiudere perché i bambini cantano. È quanto ha sostanzialmente disposto la Corte di Appello nei confronti della scuola ‘La Locomotiva di Momo’, dal 2012 in causa con il condominio dove ha sede, in uno spazio di 700 metri quadrati, con accesso esclusivo. Nelle motivazioni della sentenza pubblicate questa estate, infatti, la Corte ha condannato l’asilo alla chiusura sostenendo che la destinazione dell’immobile ad uso asilo determina l’esercizio di un’attività che rientra tra quelle specificatamente vietate dal regolamento condominiale essendo l’asilo una scuola ove si pratica notoriamente anche musica e canto”, quando nel regolamento condominiale dello stabile si sancisce che “è vietato destinare gli alloggi a scuole di musica, canto e ballo”.

Le titolari ricorrono in Cassazione

Da allora le titolari della scuola privata, che, tra nido e materna ospita un centinaio di bambini dai sei mesi ai 5 anni, non si sono arrese a una sentenza che trovano profondamente ingiusta. La struttura, pur essendo inserita al piano rialzato di un condominio, gode di un suo accesso separato ed è interamente insonorizzata e il regolamento condominiale nulla prevede – contestano – quanto all’esercizio di un asilo nido. Assistite gratuitamente dallo studio legale Lca, hanno fatto quindi ricorso in Cassazione e presentato istanza di sospensiva. 

Ma la ‘guerra’ col condominio continua, perché, immediatamente dopo la notifica del ricorso in Cassazione, gli inquilini di via Anfossi hanno depositato un ricorso al giudice dell’esecuzione del Tribunale di Milano per far determinare le modalità di esecuzione alle sentenze di primo e secondo grado. Ora all’asilo – e alle famiglie che lo hanno scelto come ‘seconda casa’ per i loro figli – non resta che attendere la convocazione del giudice per esporre le proprie ragioni. Le titolari, Cinzia e Giuliana D’Alessandro, ritengono che le sentenze che ordinino la cessazione dell’attività non siano passibili di esecuzione forzata e che in ogni caso le modalità di esecuzione non potranno impedire lo svolgimento di ogni attività esercitata dalla Locomotiva di Momo. Ma la situazione rimane difficile.

Una didattica innovativa

Nato nel 1996, l’asilo occupa la sede di via Anfossi dal 2012. Dispone di uno spazio di 700 metri quadrati, in affitto, con grandi finestre che si affacciano sul parco di Largo Marinai d’Italia. Questo il motivo che le titolari definiscono essere centrale nella scelta dell’immobile, poiché la didattica del nido-scuola si basa sul rapporto tra i bambini e la natura urbana.

Grazie alla sede affacciata sul parco pubblico, la scuola si pone come un modello di riferimento, nella città, per i genitori che credono nell’importanza del contatto tra i bambini e la natura. Il nido-scuola, infatti, utilizza quotidianamente lo spazio del parco per lo svolgimento delle attività di gioco e di esplorazione dei bambini. E questa didattica innovativa è stata premiata di recente dall’associazione Bambini e Natura, costola italiana del network internazionale children&nature.

La diatriba tra scuola e condominio va avanti da gennaio 2012. Poco dopo l’avvio dei lavori di ristrutturazione dell’immobile per ospitare la scuola, le titolari dell’attività furono informate dalla proprietà che il condominio aveva deliberato la sua contrarietà all’apertura della struttura. La proprietà, a quel punto, citò in causa il condominio affinché la delibera assembleare venisse annullata in quanto ingiusta ed illegittima.

Il condominio giocò quindi in difesa e rilevò che quell’immobile non poteva essere utilizzato come un asilo nido perché era sempre stato ufficio. Questo avrebbe violato una norma del regolamento condominiale che dice che non si possono modificare le destinazioni d’uso indicate nel rogito. Il giudice di primo grado diede ragione al condominio con condanna della proprietà a far cessare l’attività dell’asilo nido. Condanna poi, quindi, confermata in appello con altre motivazioni.

Salvini: “Sentenza ingiusta”

 “Non ho parole per commentare una sentenza che ritengo ingiusta”, ha dichiarato ad Agi il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, “invece di aiutare e sostenere bimbi, mamme e papà, si chiudono spazi loro dedicati. Quanto mi piacerebbe ospitate nel condominio in cui abito un luogo di gioia e di festa come una asilo, con bimbi che cantano e sorridono”. 

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