AGF
Emiliano, Orlando, Renzi, Martina, Franceschini (AGF)
Polemica per la mozione ‘pro vita’ approvata dal Consiglio comunale di Verona, anche con il voto della capogruppo del Pd, Carla Padovani. La presa di posizione dell’esponente dem è stata duramente criticata dal segretario Maurizio Martina che ha parlato di “grave errore”, precisando che la legge 194 “non si tocca”. Ma è inevitabile immaginare che la vicenda tocchi un nervo scoperto nei rapporti tra le due componenti culturali del partito, la cattolica e quella proveniente dalla sinistra laica.
Sommario
La scomunica di Martina
“Chi vuole ricacciare il paese nel passato degli aborti clandestini deve sapere che tutto il Pd si è battuto e si batterà sempre per difendere questa conquista di civiltà a tutela della libertà e della salute delle donne. Non può esserci nessuna ambiguità su questo punto – ha assicurato Martina – tanto più oggi di fronte alle provocazioni di alcuni esponenti della maggioranza di governo che immaginano per l’Italia un ritorno al Medioevo”.
“Il codice etico dice: libertà di coscienza”
“Non mi aspettavo tutte queste polemiche”, si è difesa Padovani. “Sull’aborto è un fatto di coscienza. Il codice etico del Pd del 2008 parla all’articolo 2 di libertà di coscienza. Faccio quindi riferimento a questo. La legge 194 ha 40 anni, e’ nata prima del Pd. Su questa legge non mi pare che ci sia una linea chiara del partito. Questo e’ un classico voto di coscienza. La difesa della vita e’ un valore universale”.
Una mozione decisa dal centrodestra
La mozione, primo firmatario il leghista Alberto Zelger e sottoscritta anche dal sindaco di centrodestra Federico Sboarina, era stata approvata con 21 voti a favore e sei contrari. Nel testo si dichiara Verona “città a favore della vita” e si chiede alla giunta di finanziare associazioni cattoliche per iniziative a sostegno della natalità e promuovere il progetto regionale ‘culla segreta’. È stata invece respinta la proposta per la sepoltura automatica dei feti abortiti.
La protesta delle femministe
Il via libera alla mozione è stato accolto con fragorosa protesta dalle attiviste dell’associazione ‘Non una di meno’, vestite con costumi ispirati alle ancelle della serie tv statunitense ‘Handmaid’s tale’, che dopo l’approvazione della mozione sono state fatte allontanare dall’aula.
Carla non ci sta
Padovani, ex Margherita poi Udc, da sempre critica nei confronti delle unioni civili, aveva fatto parlare di sé già nel febbraio scorso quando aveva criticato un filmato elettorale diffuso dal Pd veronese in cui compariva una coppia di omosessuali.
Un tagliando alla 194
“Non è una mozione contro l’aborto ma per prevenire l’aborto, come chiede anche la legge 194, che andrebbe applicata appieno nella prima parte”, si è difeso Zelger, contattato al telefono. “Se poi devo parlare a livello personale ritengo che l’aborto sia una cosa orrenda e che, dopo 40 anni, non sia una scandalo chiedere che alla 194 sia fatto il tagliando”, ha aggiunto il consigliere del partito di Matteo Salvini. “Il ministro Lorenzo Fontana condivide le mie iniziative a sostegno della maternità e contro il calo demografico, che comunque facevano parte del programma elettorale del sindaco Federico Sboarina”, ha chiarito.
Sala operatoria aborto medici chirurgo ginegologo ostretico interruzione volontaria di gravidanza – afp
Tutti contro una
La presa di posizione di Padovani è stata ‘sconfessata’ da tutta la dirigenza del partito democratico. “Io credo che gli organismi di garanzia debbano avviare le procedure per espellere la capogruppo al consiglio comunale di Verona. Il suo voto è contro i valori del nostro partito e contro decenni di lotte delle donne”, ha tagliato corto Andrea Orlando. “Non si procede con colpi di mano ideologici su temi così delicati. Non si rispetta la vita se non si rispettano le scelte delle donne, soprattutto quando sono difficili come lo è quella di interrompere una gravidanza. L’Italia ha una legge seria, la 194, che va applicata”.
“Così non va”, ha lamentato, dal canto suo, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “Non si procede con colpi di mano ideologici su temi così delicati. Non si rispetta la vita se non si rispettano le scelte delle donne, soprattutto quando sono difficili come lo è quella di interrompere una gravidanza. L’Italia ha una legge seria, la 194, che va applicata”. “Nella notte Verona e le sue cittadine hanno subito uno schiaffo inaccettabile. Il voto del consiglio comunale per dichiarare Verona “città a favore della vita” ci ha riportato indietro ad anni in cui le donne morivano per le interruzioni di gravidanza e proliferavano gli aborti clandestini”, ha sostenuto la deputata veronese Alessia Rotta, vicecapogruppo del Partito Democratico alla Camera.
“Spiace che anche all’interno del partito democratico veronese ci sia chi, come Carla Padovani, non abbia capito la gravità di quanto la Lega stava cercando di fare, rendendo il corpo delle donne una merce di scambio politico. Una grave responsabilità sia verso le cittadine e i cittadini, sia per non aver informato il gruppo e per non averlo rappresentato, ma abbiamo la consapevolezza che si tratta di una posizione del tutto personale”.
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