Cronaca

Il digital divide pesa sugli esami universitari

Anche il mondo dell’università e della ricerca, oltre la scuola, è stato investito dal ciclone del cambiamento provocato dall’emergenza sanitaria. Un milione e 200 mila studenti, pari all’80% della popolazione universitaria, ha avuto accesso dalla fine di febbraio alle attività online, prolungato l’anno accademico 2018-2019, semplificati i tirocini. Si resterà fuori dalle aule sicuramente fino a settembre. Vediamo. 

Anno accademico prolungato 

L’anno accademico 2018-2019 è stato portato dalla naturale scadenza di marzo a giugno 2020. La misura si è resa necessaria per garantire un paracadute agli studenti che non potevano laurearsi in tempo, evitando così di fargli perdere un anno e di ripagare le tasse di iscrizione.

L’offerta formativa è andata online

Mediamente in una settimana gran parte dei corsi in presenza si sono trasferiti a distanza. Secondo un primo monitoraggio del ministero e della Conferenza dei rettori, gli atenei hanno garantito il 94% dei corsi, 71mila esami di profitto e 26mila lauree.​ Complessivamente si sono collegati alle attività online 1.200.000 studenti, pari a più dell’80% di tutti gli universitari, e in alcuni casi si è avuta una frequenza superiore a quella che si aveva in aula.

Il problema è stato il digital divide 

Nel mese e mezzo di attività a distanza il divario digitale è stata la criticità principale, tanto che il ministro dell’Università e della Ricerca, Manfredi ha parlato di “drammatica situazione del paese”. Le maggiori difficoltà di accesso alla Rete le hanno avute gli studenti residenti nelle aree interne, con picchi di criticità al Sud. Sono intervenuti anche i provider nazionali con una maggiore concessione di traffico a coloro che non avevano una connessione flat.

Tirocini

È stato emanato dal ministro Manfredi il primo decreto applicativo che riguarda le modalità di svolgimento dei tirocini pratico-valutativi per il corso di laurea in Medicina e Chirurgia. L’obiettivo è di consentire agli atenei di poter “agire istantaneamente” per garantire che tutti gli studenti abbiano la possibilità di vedersi riconosciuto il tirocinio. 

Prima di settembre non si torna in aula

Il mondo universitario e della ricerca punta a tornare alla normalità in due fasi: fino a luglio, al completamento cioè del semestre, potranno tornare nelle aule soltanto coloro che svolgono attività di ricerca, sia individui che piccoli gruppi, tenendo in virtuale tutte le altre lezioni. Da settembre si farà partire un modello misto, che prevede la ripresa di alcune attività formative in presenza, in condizioni di sicurezza. La parola chiave è flessibilità: il modello deve adattarsi alle diverse realtà territoriali, alle diverse dimensioni universitarie, ma anche alle diverse dimensioni dei corsi di laurea universitari che hanno tassi di affollamento molto diversi tra di loro.
 

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