AGI – La Francia vuole Trinità dei Monti, accusando l’Italia di gravi opacità nella gestione. Le critiche sono contenute nella relazione della Corte dei Conti francese, pubblicata lo scorso 2 settembre, dove i pii Istituti, che gestiscono gli edifici e cinque chiese a Roma sono gravemente criticati arrivando a definire alcune decisioni “opache” e persino “abusi” in relazione a questo patrimonio di “notevole valore”.
Poste sotto l’autorità dell’ambasciata francese presso la Santa Sede, i Pieux établissements de la France à Rome et à Lorette – spesso indicati come “les Pieux” – sono responsabili di tredici edifici in affitto nel centro storico della capitale, nonché di cinque chiese, tra cui la famosa Trinità dei Monti e San Luigi dei Francesi, che ospita tre dipinti di Caravaggio famosi in tutto il mondo. Il rapporto, che copre il periodo 2015-2022, deplora le “numerose ed evidenti carenze” nella gestione “approssimativa” di questo patrimonio, che è “di notevole valore”.
Innanzitutto perché questo patrimonio “non è conosciuto con precisione”: né le chiese né tanto meno le collezioni sono iscritte a bilancio e “non è stata fatta una stima del valore di queste opere”. È il caso delle tre opere di Caravaggio, che potrebbero valere diverse centinaia di milioni di euro.
Queste lacune comportano “rischi di esproprio, alcuni dei quali si sono già concretizzati”, si legge nel rapporto. E ambiguità: il testo cita l’esempio della famosa scalinata che collega Trinità dei Monti a Piazza di Spagna, costruita con fondi francesi, ma mantenuta negli ultimi anni o dai Pii o dal Comune di Roma.
Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare, il tribunale fa riferimento a una “politica opaca di assegnazione e fissazione degli affitti” per i 148 appartamenti e i trentuno negozi, in media “al di sotto della fascia bassa” in questi quartieri ricercati, e con “vantaggi ingiustificati concessi a molti inquilini”. Questa “mancanza di professionalità” priva Les Pieux di “quasi il 50%” del suo reddito potenziale, secondo il rapporto, che stima il valore degli edifici a 213 milioni di euro (per un reddito di 4,6 milioni di euro).
“Le carenze sono numerose ed evidenti”, osserva la Corte fin dall’inizio, citando come esempio il caso dell’occupante di un grande appartamento dal 1985, senza contratto di locazione da 22 anni, con un affitto almeno doppio rispetto al prezzo di mercato. Perdita stimata negli anni: quasi 3 milioni di euro.
Il tribunale deplora anche la gestione “extra-contabile” di alcuni conti bancari, con “numerosi pagamenti in contanti”, a volte per compensi, affitti, rimborsi spese, ecc.
La risposta italiana
“Ma cosa sarebbe la Francia senza l’Italia. Non possono fare a meno del nostro lusso, delle nostre opere, della nostra bellezza. Ma ora esagerano. Vogliono prendersi pure la scalinata di Trinità dei Monti”. Lo scrive su X la ministra del Turismo Daniela Santanché commentando il rapporto della Corte dei Conti di Parigi che attribuisce la proprietà del monumento alla Francia.
Ad andare nel merito è anche il sovrintendente capitolino ai Beni culturali, Claudio Parisi Presicce, che in una nota commenta la notizia scrivendo che “la Scalinata è un luogo monumentale e di altissimo valore artistico ma è anche un passaggio pubblico ed è quindi senza discussioni parte integrante di Roma capitale d’Italia”. Poi fa un po’ di chiarezza: “Su questa vicenda mi pare ci sia un po’ di confusione ed è importante innanzitutto separare le valutazioni della Corte dei Conti francese nei confronti dell’amministrazione dei ‘Pieux ètablissements de la France a Rome’ dalla gestione della scalinata di Trinità dei Monti che dal Novecento in poi è sempre stata mantenuta, restaurata e gestita in tutti gli aspetti dalle amministrazioni comunali di Roma. Solo nel periodo più recente – commenta – ricordo i due importanti restauri del 1995 e poi del 2014 e i continui interventi di manutenzione e ripristino effettuati sempre da Roma Capitale su uno dei luoghi più iconici della città, divenuto simbolo indiscusso della Roma moderna, frequentato giornalmente da migliaia di persone”.
“Il rapporto tra la Scalinata e la Francia è una storia che ciclicamente si ripropone proprio perché per la sua realizzazione ci fu contributo economico francese, che comunque non copri’ tutte le spese – aggiunge – ma anche in questo caso è una polemica senza fondamento perché non c’è nessuna pretesa da parte francese”.
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