Cronaca

“Della foto dell’americano bendato mi colpisce il taglio” dice il fotografo Tony Gentile

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L’immagine, ormai, la conoscono tutti. Una foto che qualcuno ha scattato e poi fatto circolare in una chat interna tra carabinieri e che, come tutto ciò che viene condiviso su Internet, a un certo punto è andata fuori controllo e ha finito per arrivare al Corriere della Sera che l’ha pubblicata sul proprio sito. 

E’ la foto delle polemiche nel giorno del dolore e dello sgomento: ritrae Gabriel Natale-Hjorth in una stanza di una caserma dei carabinieri, ammanettato con le mani dietro la schiena, il capo chino e una benda sugli occhi. E’ circondato da militari – se ne vedono almeno quattro, due in divisa e due in borghese – e sulla parete di fondo si vedono chiaramente due foto: una del generale Carlo Alberto dalla Chiesa e un’altra, iconica, di Falcone e Borsellino. E proprio all’autore di questo scatto, Tony Gentile, Agi ha chiesto di analizzare l’immagine del giovane americano bendato.

“La prima cosa che mi è venuta in mente guardando questa foto” dice Gentile, autore del volume fotografico ‘La Guerra’, “sono altri due scatti: quello immediatamente successivo alla cattura di Totò Riina e quella dopo l’arresto di Giovanni Brusca. Nel primo caso il capo dei capi era ritratto sotto la stessa foto di Dalla Chiesa che si vede nella foto fatta a Natale-Hjorth. Brusca invece accanto a quella di Falcone e Borsellino. Ho sentito qualcuno ipotizzare che lo scopo di questa foto fosse esporre il giovane americano come un trofeo, ma è un’ipotesi che non regge: è stato catturato dopo meno di dodici ore, mentre la caccia a latitanti di mafia come Riina e Brusca è andata avanti per anni e anni”.

Eppure una certa simbologia ricorrente, sottolinea Gentile, c’è. “Con ogni probabilità la foto è stata scattata con un cellulare e quindi dovrebbe essere verticale o orizzontale” dice, “invece ha un formato strano, tendente al quadrato, segno che è stata tagliata, probabilmente nella parte superiore. E chi lo ha fatto è stato attento a rendere irriconoscibile due carabinieri che erano ben visibili, ma anche a lasciare in evidenza le foto di Dalla Chiesa e di Falcone e Borsellino”.

Secondo Gentile è improbabile che si tratti di una foto rubata. “Lo schermo del computer in primo piano” spiega, “è in una posizione incongruente con la comodità d’uso, disallineata rispetto alla tastiera. E’ stato evidentemente spostato perché non ‘impallasse’ l’inquadratura del soggetto. E’ possibile che chi lo ha fatto abbia spostato lo schermo senza farsi notare e poi, senza farsi vedere, abbia scattato la foto, piuttosto che agire sotto lo sguardo di tutti. Deve essere molto bravo perché il soggetto è perfettamente dentro una serie di messaggi mediatici: ad analizzarla con attenzione viene da pensare che ci sia una regia molto calcolata nella disposizione degli oggetti, quasi a creare un set. Ma potrebbe anche essere solo un clamoroso colpo di fortuna, per cui qualcuno ha spostato il monitor combinando per caso tutta quella perfetta disposizione”.

Gentile fa notare come comunque una delle giustificazioni date per la benda sugli occhi – impedire al giovane americano di vedere il contenuto degli schermi che riguardavano l’indagine in corso – cada proprio dall’esame anche superficiale dell’immagine: tutti i monitor sono spenti. 

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