AGI – La Corte ha bocciato i quesiti referendari sull’Autonomia, perché “l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari”: ciò “pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore”.
Secondo Palazzo della Consulta, “il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull’articolo 116, terzo comma, della Costituzione; il che non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale”. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni.
Secondo Palazzo della Consulta, “il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull’articolo 116, terzo comma, della Costituzione; il che non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale”. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni.
Ammessi i quesiti su Lavoro e Cittadinanza
La Corte costituzionale ha dichiarato ammissibili 5 referendum: si tratta dei quesiti in materia di cittadinanza, jobs act, indennità di licenziamento nelle piccole imprese, contratti di lavoro a termine e responsabilità solidale del committente negli appalti.
La Corte ha ritenuto ammissibili questi 5 quesiti perché “le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario”.

In particolare, 4 referendum, promossi dalla Cgil, a cui i giudici costituzionali hanno dato il loro via libera riguardano la materia del lavoro: in primis, il referendum abrogativo del Jobs act sul contratto di lavoro a tutele crescenti e la disciplina dei licenziamenti illegittimi, oltre al quesito per l’abrogazione parziale delle norme sull’utilizzo dei contratti a termine. E ancora: un referendum riguarda l’abrogazione parziale delle norme sull’indennità in caso di licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese, un altro, invece, tocca il tema degli infortuni sul lavoro negli appalti, e, in particolare, le norme sull’esclusione della responsabilità solidale del committente, appaltatore e subappaltatore.
Infine, via libera della Corte anche al quesito sulla cittadinanza, con il quale si punta al “dimezzamento, da 10 a 5 anni, dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana”.
Per i quesiti dichiarati ammissibili, i cittadini saranno chiamati alle urne in una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno, come previsto dalla legge.
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