Cronaca

La Corte Costituzionale ha detto no al referendum sulla legge elettorale

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È inammissibile il referendum sulla legge elettorale, lo ha sancito la Corte Costituzionale. Per la Consulta il quesito è “eccessivamente manipolativo”.

Il quesito referendario, inerente l'”abolizione del metodo proporzionale nell’attribuzione dei seggi in collegi plurinominali nel sistema elettorale della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica”, era stato presentato da otto Consigli regionali (Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Liguria).

Oggetto della richiesta referendaria erano le due leggi elettorali del Senato e della Camera con l’obiettivo di eliminare la quota proporzionale, trasformando cosi’ il sistema elettorale interamente in un maggioritario a collegi uninominali. Per garantire l’autoapplicatività della ‘normativa di risulta’, richiesta dalla costante giurisprudenza costituzionale come condizione di ammissibilità dei referendum in materia elettorale, il quesito investiva anche la delega conferita al Governo con la legge n. 51/2019 per la ridefinizione dei collegi in attuazione della riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari. 

“È una vergogna, è il vecchio sistema che si difende: Pd e 5stelle sono e restano attaccati alle poltrone. Ci dispiace che non si lasci decidere il popolo: così è il ritorno alla preistoria della peggiore politica italica”. Così Matteo Salvini, segretario della Lega ha commentato la bocciatura.

“Il castello di sabbia costruito da Salvini sulla legge elettorale, è venuto giù con la sentenza della Consulta. Ora la maggioranza vada spedita verso l’approvazione della proposta depositata alla Camera”, dichiarano invece il presidente dei senatori Pd, Andrea Marcucci, e il capogruppo dem in commissione Affari costituzionali, Dario Parrini.

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