Cultura

Perché Anonymous ha scelto proprio il 5 novembre per svelare l’ultimo furto di dati

Perché Anonymous ha scelto proprio il 5 novembre per svelare l'ultimo furto di dati

Nei giorni scorsi Anonymous aveva promesso per il 5 novembre “qualcosa che non avremmo mai dimenticato”. Era stato annunciato che l’attacco avrebbe avuto come obiettivo la Lega. Il “dump”, ovvero la diffusione in rete di dati sensibili come password e numeri di telefono personali, ha avuto però una portata più vasta. Oltre ai membri trentini del Carroccio, sono stati colpiti il ministero dello Sviluppo Economico, il ministero dell’Economia (tramite un “buco” nella banca dati di Equitalia), Fratelli d’Italia e la sezione senese del Pd. E la data scelta non è stata affatto casuale. 

Il 5 novembre del 1605 è il giorno nel quale avvenne “La congiura delle polveri”, un complotto papista che, allo scopo di ottenere un trattamento più favorevole per i cattolici, aveva l’ambizioso obiettivo di far saltare in aria con l’esplosivo la Camera dei Lord nel giorno della sua apertura, uccidendo chiunque si trovasse al suo interno: ministri, deputati e lo stesso re Giacomo I, protestante inflessibile. La mente della cospirazione era Robert Catesby, il quale desiderava che l’Inghilterra diventasse una monarchia assoluta fedele alla Chiesa come la Francia e la Spagna. Il ruolo di esecutore materiale sarebbe invece toccato a Guy Fawkes, un militare che vantava anch’egli contatti con Madrid. Sarebbe stato lui ad accendere la miccia che avrebbe fatto esplodere i 36 barili di polvere da sparo accumulati per l’attentato.

I congiurati furono però traditi da una lettera anonima, giunta nelle mani di Lord Monteagle quattro giorni prima dell’apertura dei lavori della Camera. Fawkes e gli altri cospiratori furono arrestati la notte del 4 novembre. Interrogati e sottoposti a tortura, vennero tutti impiccati. Catesby, che era riuscito a fuggire, venne intercettato dalle guardie reali e ucciso in un conflitto a fuoco. Un episodio storico entrato di prepotenza nella cultura pop grazie a “V per Vendetta”, il fumetto di Alan Moore diventato poi un fortunatissimo film per la regia di James McTeigue. Il protagonista del fumetto e del film, “V”, indossa infatti una maschera che riproduce le fattezze di Fawkes.

Un simbolo reazionario per gli anarchici

Sullo sfondo di una Londra distopica governata da un regime orwelliano e autoritario, V, in una delle prime sequenze, salva una giovane da uno stupro e la invita ad assistere a un “concerto”. Sta per scoccare la mezzanotte tra il 4 e il 5 novembre. V fa saltare le cariche esplosive che aveva piazzato sotto l’Old Bailey, il palazzo che ospita il Tribunale Centrale di Londra, e aziona altoparlanti che diffondono l’Ouverture 1812 di Tchaikovsky. 

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Prima dell’esplosione, V pronuncia l’ormai famosa filastrocca:

Remember, remember!/  The fifth of November/ The Gunpowder treason and plot/ I know of no reason/ Why the Gunpowder treason/ Should ever be forgot!

Che in italiano diventa: 

 Ricorda per sempre il 5 novembre, il giorno della congiura delle polveri contro il parlamento. Non vedo perché di questo complotto nel tempo il ricordo andrebbe interrotto

V è una sorta di giustiziere anarchico e l’immenso successo della pellicola lo rende un’icona protestataria buona per ogni occasione. Indossano le sue maschere i manifestanti di Occupy Wall Street e, soprattutto, indossano le sue maschere gli hacker del collettivo Anonymous. L’effige del cospiratore finisce su magliette, tazze e accendini, lo stesso trattamento subito da Che Guevara nei decenni precedenti. Non è dato di sapere quanti di coloro che ne acquistano la maschera, magari made in China, sappiano chi fosse veramente Fawkes. Nè, nel caso, se si rendano conto di utilizzare come stendardo antiautoritario la faccia di un reazionario cattolico che sognava una monarchia assoluta sottomessa al papato. 

Il 5 novembre è ancora celebrato nel Regno Unito con fuochi d’artificio e il rogo del fantoccio di Fawkes, in memoria del fallimento della congiura contro la Corona. 

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