AGI – Terno d’Isola si sveglia una mattina appiccicosa di fine agosto con la caccia all’arma del delitto di Sharon Verzeni. I tombini vengono scoperchiati, i parchi ancora floridi del verde della bella stagione esplorati palmo a palmo, il torrente Buliga dragato con cura col metal detector, come alla ricerca dell’oro. “Certo, un mese dopo è difficile che salti fuori, è probabile che sia stata gettata o sia finita nel Brembo considerando anche le piogge che ci sono state nel frattempo” commenta all’AGI uno degli impiegati della ditta incaricata dalla Procura di Bergamo di frugare in ogni angolo per trovare un appiglio a un’inchiesta scivolosa e complicata.
I cittadini osservano con attenzione carabinieri e specializzati in ricerche dell’invisibile spendersi per barrare almeno la casella dell’arma in un crimine che non ha ne’ un sospettato ne’ un movente. “Bene che si faccia tutto il possibile perché abbiamo paura, con tutte queste telecamere si è visto che non possiamo sentirci al sicuro” dicono al bar della piazza.
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Caccia senza esito
Riconoscono il volto noto di Paolo ‘Gibba’ Campanardi, il ‘Metal Detective’ di un programma televisivo alla guida dei volontari del MU.RE., sigla che sta indicare il ‘Museo Recuperanti 1915-1918 Alto Grada Bresciano”. “Stanno cercando una cosa che non trovano” spiega paziente una mamma al figlio che si chiede la ragione delle fatiche degli uomini armati del metal detector e di sensori elettronici in grado di far affiorare da sottoterra anche tracce minime.
La lunga via Castegnate è chiusa al traffico per rendere più facile la caccia ma le ricerche nei parchi e nel torrente sono visibili a tutti. In attesa dei risultati del dna, il pm Emanuele Marchisio e i carabinieri, guidati dal Comandante Riccardo Ponzone, proseguono nell’ascolto dei testimoni e nel cercare di dare un’identità al ciclista che percorreva contromano via Castegnate in un orario compatibile col la morte della donna.
I falsi testimoni in cerca di notorietà
I ciclisti sentiti, fanno sapere fonti investigative, sono “diversi”, tutte sagome entrate nelle decine di occhi elettronici che punteggiano la via. Non ci sono indagati per il delitto ma, dopo la denuncia per falsa testimonianza di Antonio Laveneziana, che aveva detto di stare dormendo ma è stato immortalato dalle telecamere affacciato sul balcone, i carabinieri hanno denunciato Fabio Delmiglio, l’attore sosia di Johnny Depp, per essersi inventato di avere conosciuto Sharon Verzeni ammettendo poi di averlo fatto per ricavarne un po’ di popolarità attraverso il riflesso mediatico.
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