Cronaca

E se alla fine vincesse Anastasio?

E se alla fine vincesse Anastasio?

 Afp

 Marco Anastasio tra Martina Attili e Luna Melis, XFactor 2018

Tutti pazzi per Anastasio e non è una frase fatta. Il rapper di Meta di Sorrento, 21 anni, sta incantando il pubblico di XFactor, oltre a mandare in visibilio mistico la sua giudice e tutor nel programma Mara Maionchi. Anastasio (che è il cognome e nome d’arte, lui si chiama Marco), è un genere di concorrente del tutto nuovo. Anastasio infatti le cover non le ha mai sfiorate. Paradossalmente, la prima proposta che tecnicamente potremmo considerare una cover è proprio l’inedito presentato ieri alla quinta serate di Live, ma “La fine del mondo” è comunque un suo pezzo, presentato in prima selezione ed ora riproposto riarrangiato, rilucidato, vestito a festa e pronto per il palco del Forum di Assago, dove si svolgerà, tra qualche settimana, la finale dello show.

Si perché sarebbe davvero surreale se Anastasio non fosse perlomeno tra i tre a salire sul podio alla fine della corsa. Ma chi è questo ragazzo che riesce a dipingere con le sue parole immagini complicatissime, barocche, anche apocalittiche, facendoci entrare con una semplicità disarmante nel suo mondo? Marco non è un totale pivello della scena, infatti qualche anno fa, quando ancora si faceva chiamare Nasta, pubblicò su YouTube un pezzo dedicato a Maurizio Sarri, ai tempi allenatore del Napoli, squadra della quale è tifosissimo. Il mister toscano, una volta ascoltato il tributo, lo invitò a Castelvolturno e gli autografò una sigaretta che Marco custodisce ancora come un cimelio.

In principio era Nasta

Ma i tempi di Nasta finiscono quasi subito e preferisce metterci la faccia, o perlomeno il cognome, dice “io vorrei essere semplicemente me stesso. La sincerità paga e io francamente non ho voglia di costruirmi un personaggio. Nasta era figo, Anastasio sono io”. Si, lui non è “figo”, non è quel genere di rapper duro e puro, tutto tatuaggi in faccia e muscoli, non ha quella classica spacconeria così demodé, forse per questo la percezione che dà di se stesso è più cantautoriale. Si scorge in lui, in versione chiaramente ancora informe, grezza e immatura, la necessità di raccontare ciò che ha dentro; la sua capacità di giocare con la nostra lingua, anche e soprattutto considerata la giovane età, smonta le mascelle.

Ogni concorrente del programma ha una scheda di riferimento sul sito ufficiale, accompagnata da una frase, la sua è “Quello che scrivo io lo scrivo soltanto io” e non gli si può dar torto; certamente non lo scrive Fedez, al quale il giovane ha strappato un commento piuttosto significativo, nonché certamente azzeccato: “La penna migliore mai sentita a XFactor”.

I numeri su Spotify

Le quattro semicover suonate nelle scorse settimane su YouTube vanno bene, specie il primo provino davanti alle telecamere di Sky, che ha totalizzato quasi 4 milioni di visualizzazioni, ma ancora meglio viaggiano i numeri su Spotify e questa è una differenza oltre che stravagante, perché in fondo si è presentato al grande pubblico con un talent, anche piuttosto chiara rispetto alla sensazione evidentemente arrivata al pubblico a casa di avere a che fare con un musicista vero e non con una figurina buona per un intrattenimento serale.

Insomma, uno che ha qualcosa da dire, da inserire nelle nostre playlist, tranquillamente a suo agio tra i nostri artisti preferiti. Gli altri concorrenti – e, con le dovute eccezioni, possiamo allargare il pensiero a praticamente tutti quelli passati in queste dodici edizioni del format – sono stati bravi o meno bravi, alcuni anche bravissimi, ma buoni sempre e solo per mandare avanti la drammaturgia dello show, niente di più, forse. Anastasio invece è oltre il programma e la sensazione è che lo fosse già prima di cominciare.

Per la cronaca: Marco si è diplomato all’Istituto Agrario di Portici, vive con la sua famiglia, che ha una lunga tradizione nell’avvocatura civilista della zona, padre e nonno infatti sono avvocati, lo zio Ernesto è giudice penale presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

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