Cronaca

Come funziona Perlego, lo Spotify dei libri universitari

Come funziona Perlego, lo Spotify dei libri universitari

Si chiama Perlego e, esattamente come Spotify, si tratta di un’app destinata a cambiare per sempre il mercato del quale si occupa. Il mercato in questione è quello dei testi universitari, un mercato pieno di falle per tutte le parti in causa, a partire, naturalmente dagli studenti. Il capitale annuale da spendere in libri di testo è non solo altissimo ma in costante aumento (secondo lo “Us Census Bureau”, dal 1972 ad oggi, ha registrato un + 847%); si parla di una media di 400 euro l’anno in Italia, 439 sterline nel Regno Unito, questo a dimostrazione del fatto che il problema è universale e non solo italiano.

Gli escamotage degli studenti 

Libri spesso comprati giusto per la consultazione di pochi capitoli e impossibili da rivendere una volta portato a casa l’esame a causa di continui aggiornamenti alle edizioni. Allora gli studenti, qualora i professori non concedano di poter studiare su dispense molto più economiche (e sono pochissimi) si rivolgono alle copisterie che, infrangendo ogni legge sul copyright, passano sotto banco agli studenti i testi fotocopiati, che capita non di rado che debbano essere tenuti nascosti al prof in questione che magari pretende l’acquisto del testo originale. Specie, alle volte, quando il testo originale è il suo, ma questa è tutt’altra storia.

Quindi si instaura un meccanismo per cui anche le case editrici ci vanno a perdere una vagonata di introiti. Adesso dunque vi sarà più chiaro il riferimento al mercato discografico, andato in frantumi sotto i colpi prima della masterizzazione e poi dello scaricamento illecito di brani dalla rete. Poi è arrivato Spotify, che ha letteralmente cambiato il mercato riuscendo a mediare in maniera onesta tra le due parti: la musica viene pagata e chi la produce ci guadagna. Ecco, un giorno racconteremo del mercato dei libri universitari e scriveremo “…e poi è arrivato Perego”.

Come funziona l’App

Si, Perego infatti non a caso è stata ribattezzata la “Spotify dei libri” perché fornisce un servizio molto simile: si paga un abbonamento che si aggira sui 14 euro mensili e lo studente ha a disposizione in formato eBook un catalogo di 200mila pubblicazioni tra manuali, dispense, saggi e testi d’approfondimento. Una rivoluzione, scritta nel destino di questa applicazione, che non parte però dalla Svezia o dagli Stati Uniti, ma proprio dall’Italia, per essere più precisi da due ex studenti della Bocconi: Gauthier Van Malderen e Oliviero Muzi Falconi.

E proprio Falconi, spiega a Repubblica “I servizi a subscription si stanno espandendo rapidamente in quasi tutti i media come musica, film, notizie ma ciò non è successo nel caso dell’editoria accademica. Così, dopo un master a Cambridge nel 2016, il mio socio Gauthier ha pensato bene di colmare questo vuoto, coinvolgendomi nel progetto” e continua “Sono disponibili titoli che variano dall’economia e management all’arte, dalla fisica alla filosofia arricchiti da diverse funzionalità, come la possibilità di evidenziare, prendere appunti, citare fonti, per riprodurre fedelmente online l’esperienza di studio reale”.

Le perplessità delle case editrici

Non è stato facile però, secondo quanto racconta sempre Falconi, convincere le Case Editrici “La resistenza maggiore era legata da parte loro all’idea di far parte di una piattaforma digitale in abbonamento, intravedendo il rischio di perdere gran parte dei profitti. Li abbiamo convinti con il nostro modello di business, mirato a retribuire le case editrici efficacemente, restituendogli la maggior parte del profitto ricavato dalla subscription, in base all’utilizzo mensile dei libri e a una lista-prezzi digitale dei loro titoli, anch’essa stilata per mese”. Alla fine hanno ceduto, e non avrebbero avuto motivo di non farlo considerato che soltanto con la compravendita di libri di seconda mano le case editrici perdono circa il 30% degli introiti che gli spetterebbero; questo senza tenere in considerazione l’incalcolabile perdita dovuta al mercato della pirateria online e della conseguenziale violazione del diritto d’autore.

Libri in streaming​ 

Problemi annullati invece nella nuova epoca targata Perego, dove i libri, esattamente come i brani su Spotify, saranno resi disponibili esclusivamente in streaming. Il ragionamento deve essere stato recepito perfettamente infatti l’applicazione, come scrive sempre Repubblica, “ha già stretto rapporti con 1400 case editrici, inclusi otto fra i dieci principali attori sulla scena dell’editoria universitaria. Collaborando, parallelamente, con Ingram (uno dei più importanti distributori di eBook al mondo)”. Per adesso l’app prevede soltanto di sfogliare libri in lingua inglese, ma è stata una scelta consapevole per azzardare il lancio della piattaforma, il mercato italiano è già stato preso di mira e poi “perché no, allargarci alla scuola dell’obbligo. Tutti gli studenti – conclude Muzi Falconi – devono far fronte all’eccessivo costo dei libri. E Perlego ha l’ambizione di voler minimizzare i costi dell’educazione in generale. Lo riteniamo un diritto fondamentale”.

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