Cronaca

L’Artico è il luogo della Terra che si sta scaldando più velocemente. Uno studio

clima riscaldamento globale

Con il 2019 che si appresta a diventare uno uno degli anni più caldi mai registrati, un importante nuovo studio dell’Università della California, Davis, rivela la velocità con cui l’Artico si sta riscaldando ed esamina le conseguenze globali del continuo riscaldamento polare. Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, riferisce che l’Artico si è riscaldato di 0,75 gradi Centigradi solo nell’ultimo decennio. In confronto, la Terra nel suo insieme si è riscaldata quasi allo stesso livello, 0,8 gradi Centigradi negli ultimi 137 anni.

“Molti dei cambiamenti avvenuti nell’ultimo decennio sono cosi’ drammatici da farci pensare a cosa porterà il prossimo decennio di riscaldamento”, ha dichiarato l’autore principale dello studio Eric Post, professore di ecologia dei cambiamenti climatici dell’Università della California di Davis. Ma cosa significa se la temperatura dei poli aumenterà di 2 gradi Centigradi? A rispondere è un team internazionale di 15 esperti in varie discipline, che hanno documentato gli effetti diffusi del riscaldamento nell’Artico e nell’Antartico sulla fauna selvatica, sui mezzi di sussistenza umani tradizionali, sulla vegetazione della tundra, sul rilascio di metano e sulla perdita di ghiaccio marino e terrestre. Hanno anche esaminato le conseguenze per le regioni polari quando la Terra si avvicinerà a riscaldarsi di 2 gradi Centigradi.

“In uno scenario la Terra nel suo insieme potrebbe raggiungere quel traguardo in circa 40 anni”, dice Post. “Ma l’Artico potrebbe raggiungere i 2 gradi Centigradi di riscaldamento su base media annuale appena 25 anni prima del resto del pianeta”, aggiunge. Lo studio illustra cosa potrebbero significare 2 gradi Centigradi di riscaldamento globale per le alte latitudini: riscaldamento fino a 7 gradi Centigradi per l’Artico e riscaldamento a 3 gradi Centigradi per l’Antartico in alcuni mesi dell’anno.

Gli autori affermano che misure attive a breve termine per ridurre le emissioni di carbonio sono cruciali per rallentare il riscaldamento ad alte latitudini, specialmente nell’Artico. Post sottolinea che le principali conseguenze del riscaldamento previsto in assenza di mitigazione delle emissioni dovrebbero estendersi oltre le regioni polari. Tra questi vi sono l’innalzamento del livello del mare derivante dal rapido scioglimento del ghiaccio nell’Artico e nell’Antartico, nonché un aumento del rischio di condizioni meteorologiche estreme, ondate di calore mortali e incendi in alcune parti dell’emisfero settentrionale.

“Quello che accade nell’Artico non rimane nell’Artico”, afferma il coautore dello studio Michael Mann, illustre professore di scienze dell’atmosfera alla Penn State University. “Il drammatico riscaldamento e lo scioglimento del ghiaccio artico sta influenzando una corrente a getto in un modo che da darci condizioni climatiche più persistenti e dannose”, conclude. 

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