Cronaca

Il riscaldamento degli oceani sta avvenendo molto più velocemente di quanto pensavamo

Il riscaldamento degli oceani sta avvenendo molto più velocemente di quanto pensavamo

 (Afp)

 Delfini

Gli oceani in ogni parte del mondo hanno assorbito il 60 percento di calore in più rispetto a quanto si pensasse nell’ultimo quarto di secolo. Lo ha rivelato un nuovo, preoccupante studio sul cambiamento climatico che, secondo gli scienziati, dimostrerebbe come la Terra sia ancora più sensibile al surriscaldamento delle temperature rispetto a quanto si pensasse.

Gli oceani coprono più di due terzi della superficie del pianeta e svolgono un ruolo vitale nel sostenere la vita sulla Terra. Secondo le rilevazioni fatte finora dagli scenziati dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) gli oceani del mondo avrebbero assorbito il 90% dell’aumento della temperatura causato dalle emissioni di carbonio prodotte dall’uomo.

Ma una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Nature ha utilizzato un nuovo metodo per misurare la temperatura dell’oceano. Scoprendo che dagli anni Novanta ad oggi gli oceani hanno assorbito energia termica equivalente a 150 volte la quantità di elettricità prodotta dall’umanità ogni anno. Ovvero il 60 percento di più rispetto agli studi precedenti.

La misurazione avrebbe delle basi scientifiche che sembrano aver messo d’accordo gli scienziati sulla pericolosità della situazione ambientale del pianeta Terra. Rispetto alle valutazioni precedenti, che calcolavano la percentuale di calore in eccesso prodotto dagli uomini assorbito dagli oceani, il team di scienziati statunitensi si è concentrato su due gas presenti naturalmente nell’atmosfera: ossigeno e anidride carbonica. Entrambi i gas sono solubili in acqua, ma la velocità con cui l’acqua li assorbe diminuisce con l’aumentare del riscaldamento. Misurando l’ossigeno atmosferico e l’anidride carbonica per ogni anno, gli scienziati sono stati in grado di stimare con maggiore precisione la quantità di calore che gli oceani avevano assorbito su scala globale.

“Immaginate se l’oceano fosse profondo solo una decina di metri”, ha detto Laure Resplandy, professore associato di geoscienze a Princeton e autore principale dello studio. “I nostri dati mostrano che, se fosse stato così profondo, avremmo misurato un riscaldamento di 6,5 gradi Celsius. E questo per ogni anno dal 1991.” Resplandy ha detto che i dati mostrano che gli uomini, gli stati e i governi dovrebbero ancora una volta rivedere la propria influenza sulle emissioni di carbonio, che dovrebbero scendere di 25 volte rispetto alle stime precedenti.  L’IPCC avverte che devono essere prese misure drastiche al fine di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi entro la fine del secolo. Questo però contrasta con l’andamento attuale, con il 2017 che ha prodotto un nuovo record di emissioni di carbonio. 

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