
Maria Laura Antonelli / AGF
Quello di Luca Sacchi fu un omicidio premeditato. L’aggravante, contestata dal procuratore facente funzioni Michele Prestipino, dall’aggiunto Nunzia D’Elia e dal pm Nadia Plastina, è contenuta nel capo di imputazione relativo all’omicidio di cui devono rispondere Valerio Del Grosso, Paolo Pirino e Marcello De Propris. A processo anche Anastasia Kylemnyk, fidanzata di Luca Sacchi, per violazione della legge sugli stupefacenti.
“I tre – si legge nel capo di imputazione – per eseguire il reato di rapina, dopo che Del Grosso e Pirino erano giunti a bordo di una Smart four four di colore bianco e nero presso il pub John Cabot di via Teodoro Momsen, entrambi armati, il primo di un revolver calibro 38 fornitogli da Marcello De Propris e Pirino di una mazza da baseball e si erano avvicinati alla vittima e alla sua fidanzata Anastasia che aveva uno zaino rosa contenente la somma di 70 mila euro… dapprima Pirino – è la ricostruzione dei fatti – ha colpito la ragazza ingiungendole di consegnare lo zaino e successivamente cercava di colpire Sacchi, che si proteggeva il viso con il braccio riportando due grosse ecchimosi, mentre Del Grosso, alla resistenza dei due fidanzati, esplodeva un colpo di arma da fuoco a distanza ravvicinata in direzione del capo di Luca Sacchi cagionandogli gravissime lesioni a causa delle quali il giovane decedeva a distanza di poche ore…Fatto commesso con premeditazione nella serata del 23 ottobre 2019, con morte cerebrale dichiarata alle 12.30 del giorno dopo”.
Dall’omicidio alle indagini, il caso tappa per tappa:
Luca Sacchi, personal trainer di 24 anni, muore la notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso davanti al John Cabot pub, in zona Appio, raggiunto alla testa da un colpo di pistola. La procura di Roma impiega tre mesi per chiudere le indagini, ma la svolta arriva subito quando polizia e carabinieri arrestano gli autori dell’omicidio e inseriscono la vicenda in un contesto legato a una compravendita di sostanze stupefacente. Queste, comunque, le tappe principali dell’indagine.
25 ottobre 2019: Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, 21enni di San Basilio, vengono fermati per l’agguato a Luca Sacchi e portati in carcere. Il primo si era nascosto in un residence a Tor Cervara, mentre l’altro aveva trovato riparo sul terrazzo del condominio dove abita. L’auto usata per fuggire viene sequestrata, si cerca ancora la pistola. Gli investigatori, che all’inizio pensavano a un tentativo di scippo conclusosi in tragedia, ipotizzano con il trascorrere delle ore uno scambio di droga non andato in porto.
28 ottobre 2019: l’autopsia conferma che Luca Sacchi è morto per un colpo d’arma da fuoco alla testa. Numerosi lividi sulle braccia dimostrano che ha cercato di parare il volto dai colpi di mazza da baseball usata dai due aggressori che avevano strappato lo zainetto rosa (con i soldi destinati all’acquisto di marijuana) della fidanzata della vittima, la 25enne modella ucraina e babysitter Anastasia Kylemnyk.
30 ottobre 2019: in una conferenza stampa, Alfonso Sacchi, papà di Luca, prende le distanze da Anastasia: la sera del delitto “lei è venuta a casa e io l’ho abbracciata, le ho dato coraggio e abbiamo pianto tutti insieme. Ha dormito da noi una notte e poi non si è vista più…”.
6 novembre 2019: ai funerali di Luca spicca l’assenza di Anastasia.
29 novembre 2019: il gip firma 5 misure cautelari, due riguardano di nuovo Del Grosso e Pirino. La procura fa sapere che dagli accertamenti non sono emersi elementi per sostenere che Luca fosse a conoscenza della compravendita della droga. Obbligo di firma per Anastasia, cui viene attribuito “un ruolo centrale” nell’acquisto di 15 kg di marijuana. “La sua sorprendente chiusura ad ogni collaborazione con gli organi investigativi” viene letta da chi indaga “come una volontà di preservare le relazione criminali acquisite nel mondo della droga con il quale non intende recidere i legami”. Finisce in carcere l’amico di liceo di Sacchi, Giovanni Princi, ritenuto la ‘mente’ dell’affare imbastito con i pusher di San Basilio. Carcere anche per Marcello De Propris, concorrente nel delitto per aver fornito a Del Grosso l’arma. Il padre di De Propris viene arrestato perchè in una perquisizione in casa spunta un kg di stupefacente. Gli inquirenti vogliono attribuirgli anche la detenzione della pistola ma per il gip non ci sono ancora elementi sufficienti.
3 dicembre 2019: Princi e Marcello De Propris, nell’interrogatorio di garanzia, scelgono di fare scena muta. Come anche Pirino. Del Grosso, invece, si limita a dire che non voleva uccidere nessuno (“era la prima volta che prendevo un’arma in mano”).
4 dicembre 2019: Anastasia, davanti al gip, si difende e scarica ogni responsabilità su Princi: “Non sapevo nulla della droga, lui mi disse di mettere nello zainetto un sacco con dei soldi da consegnare ad un amico con cui aveva appuntamento per un ‘impiccio’ con le moto”.
12 dicembre 2019: si complica la posizione di Armando De Propris, padre di Marcello. Il gip, questa volta, firma una misura cautelare contestando all’uomo anche la detenzione illegale dell’arma.
19 dicembre 2019: il tribunale del Riesame conferma l’obbligo di firma per Anastasia e il carcere per Princi.
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it
Post simili:
- Le tre cose che ancora non tornano nell’omicidio di Luca Sacchi
- “Anastasia aveva 70 mila euro nello zainetto”. Svolta nel caso Sacchi
- L’interrogatorio di Anastasia: “Io e Luca estranei al traffico di droga”
- L’interrogatorio di Anastasia: “Non sapevo nulla dei 70 mila euro nello zaino”
- È stato sequestrato il cellulare di Anastasia, la fidanzata di Luca Sacchi