
Marco De Paolis, Procuratore Generale Militare, ha inviato all’Agi una sua riflessione sulle code sempre più lunghe fuori dai supermercati e su una possibile idea per ridurle. Un’occasione per cercare di identificare modi alternativi per affrontare i problemi che ancora esistono durante l’emergenza in corso e che potrebbero protrarsi anche nei mesi a venire. È nata così un’intervista su questo tema. Un dialogo che ha l’obiettivo di far nascere altre scintille, altre idee, altre proposte.
Quando è nata e in cosa consiste l’idea dei supermercati temporanei?
Negli ultimi giorni un ufficiale dell’aeronautica mi ha mandato con soddisfazione un video e delle foto dell’ospedale temporaneo realizzato alle Ogr di Torino. In quel momento si è accesa la lampadina. Io lavoro in centro ma vivo in periferia a Roma e ho notato una grande differenza per quanto riguarda le code all’esterno dei supermercati. Anche mentre parlo con lei osservo che ci sono molte persone in attesa di entrare in questi grandi centri. E ho notato anche le tante aree vuote e le strutture che oggi non vengono utilizzate a causa dell’epidemia: caserme in disuso, scuole, palestre, magazzini e garage. Perché allora non attrezzare un certo numero di questi luoghi per aumentare il numero di punti vendita disponibili e alleggerire così, soprattutto in periferia, le file?
Con una distribuzione diversa?
A volte in passato mi è capitato talvolta di andare al supermercato per prendere poche cose. Credo si possa immaginare l’organizzazione di questi punti vendita con merci ben definite, ad esempio si può ipotizzare che vendano determinati prodotti come detersivi e casalinghi. In questo modo lo Stato potrebbe anche immaginare di dare un piccolo sussidio per chi ha perso il lavoro in questo periodo e in questo modo potrebbe essere di nuovo impiegato.
Ma quest’idea andrebbe a toccare il panettiere, il macellaio, gli alimentari di quartiere?
Io credo che le persone che si servono di questo tipo di negozi continueranno ad andare dal macellaio o da chi vende frutta e verdura. Io penso soprattutto a quelli che prendono la macchina per andare al grande ipermercato per fare la spesa. Non penso a chi esce e si serve abitualmente dei negozi di quartiere a 100 o 200 metri dalla propria abitazione.
Anche in questi luoghi bisognerà seguire i protocolli sanitari. Sarebbe lo Stato ad occuparsene?
Beh, sì. D’altronde è la stessa cosa che succede per gli ospedali da campo che vanno puliti e resi sicuri e consoni all’uso. L’esigenza sarebbe analoga. In Italia ci sono anche delle associazioni di volontariato che potrebbero essere coinvolte.
Immagina tutto questo anche per altri esercizi commerciali?
Penso alle farmacie dove noto che ci sono code anche con venti persone.
Una soluzione per la Fase 2 e per maggio?
Sì, ma non solo. Le limitazioni in ogni caso credo possano perdurare. Il distanziamento sociale all’interno dei negozi è una cosa con cui potremmo fare i conti anche durante l’estate.
Rilancio. E se oltre ai supermercati temporanei questi luoghi diventassero dei magazzini di smistamento dove le persone portano la spesa a casa?
Certo, perché no?. Molti supermercati in centro a Roma, dove difficilmente si può arrivare con l’auto, si sono già organizzati in questa maniera mettendo su servizi di consegna a domicilio. Creare un servizio parallelo di questo tipo può essere utile in luoghi disabitati, pubblici e privati. La mia è solo un’idea ma confrontandoci come stiamo facendo possono venirne in mente altre. Magari questa è solo una scintilla che può essere da stimolo per altri che hanno le capacità di trasformare tutto ciò in soluzioni pratiche. Creare questo tipo di magazzino, impiegando persone come camerieri e baristi che hanno perso il lavoro per la consegna, potrebbe essere secondo me un aiuto per tanti in questi tempi difficili.
Post simili:
- Dal Nord al Sud è assalto a supermarket e centri commerciali
- Vivere barricati in casa a Codogno in attesa che il virus passi. Storia di Anna
- Dopo il decreto, l’assalto notturno ai supermercati
- Quanto e come ci muoviamo in “quarantena”? Adesso ce lo dirà Google
- Burioni spegne le polemiche con la collega del Sacco