
AGI – Altro che LinkedIn. A Napoli, il lavoro si trova col passaparola. E spesso si inventa da zero. Come al Parco Virgiliano nei giorni di festa, quando trovare parcheggio è una sfida. Basta un messaggio in chat o su un gruppo social e qualcuno ‘mantiene’ il posto per te. Tre euro e lo spazio auto è garantito. “Li vediamo spesso nei fine settimana. Arrivano prima degli altri, si sistemano in punti strategici e poi aspettano. Diciamo che si sono organizzati”, racconta con un sorriso il titolare di un piccolo chiosco del parco.
Lo stesso succede davanti allo stadio Maradona, nelle ore che precedono le partite: ragazzi appostati agli angoli giusti, pronti a cedere il parcheggio a pagamento. Il traffico lo conoscono, le dinamiche pure. Si muovono con la disinvoltura di chi, in fondo, ha creato un servizio. Poi ci sono i ‘taxi notturni’ improvvisati: giovani con la macchina di famiglia che, nei fine settimana, portano a casa comitive di adolescenti a fine serata. Cinque euro a testa, tragitto concordato su WhatsApp. E ancora: chi cambia gomme a domicilio con attrezzi portati da casa, chi consegna snack e sigarette a tarda sera.
A Pozzuoli, c’è persino una tabaccheria che ha organizzato un servizio a domicilio per chi resta senza sigarette dopo cena. Chiama, ordina, e ti arrivano fin sotto casa. C’è anche chi realizza disegni tecnici e cartelloni per gli studenti delle medie, su richiesta, già pronti da consegnare. Annunci che spesso girano anche nei gruppi di quartiere. È un’economia parallela che funziona tra messaggi vocali, amici di amici, social e numeri salvati in rubrica. Nessuna bacheca ufficiale, ma una rete efficiente fatta di ingegno e immediatezza. A Napoli, quando il lavoro non si trova, si crea. Con un’idea, un favore, un’intuizione. E una città che non smette mai di arrangiarsi
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