Pur essendo un pianeta più piccolo della Terra, Marte ha vulcani altissimi. Il campione di altezza è Olympus Mons, che tocca i 25 km, con una estensione di 600 km, ed è la montagna più alta del sistema solare. Ma non è un esempio unico, Arsia Mons arriva a 19 km di altezza e copre una superficie di 470 km di diametro.
Proprio Arsia Mons oggi ha l’onore della cronaca grazie ad un pennacchio bianco lungo oltre 1000 km che è stato fotografato dalla sonda dell’ESA Mars Express
Immagine di Mars Express (Agenzia Spaziale Europea)
Un pennacchio originato da un vulcano potrebbe fare pensare ad un qualche tipo di attività? Potrebbe essere fumo? Sarebbe una notizia straordinaria, visto che si era stimato che Arsia Mons fosse dormiente da almeno 50 milioni di anni.
Invece no, il gigante addormentato non si sta affatto svegliando. Una eruzione vulcanica avrebbe fatto aumentare la quantità di metano, di biossido di zolfo e di altri gas “vulcanici” nell’atmosfera marziana e nessuno degli strumenti in orbita che controllano dall’alto il pianeta rosso ha visto niente di simile.
Per questo, gli esperti sono sicuri che si tratti di una nube di cristalli di ghiaccio, un fenomeno atmosferico di condensazione nella tenue atmosfera marziana dovuto all’orografia della regione. Il fenomeno ha infiniti analoghi nella più densa atmosfera terrestre dove le alte montagne sono spesso caratterizzate da pennacchi simili. Queste nubi si formano quando aria ricca di vapor d’acqua è spinta in alto, lungo i fianchi di una montagna. Ad alta quota, la temperatura è più bassa e parte del vapor d’acqua si condensa e forma nubi di cristalli di ghiaccio. Su Marte succede la stessa cosa perché la sua atmosfera, anche se molto meno densa, obbedisce alle stesse regole.
In verità non è la prima volta che Arsia Mons ha il pennacchio bianco di cristalli di ghiaccio. L’aveva già visto nel 2015 il satellite indiamo MOM in una immagine meglio definita, dove il pennacchio appare più sfumato e, forse per questo, non aveva attirato così tanta attenzione.
In verità gli esperti di analisi di immagini marziane sostengono che la presenza di nubi sul fianco ovest del vulcano sia la norma, piuttosto che l’eccezione. Forse i venti marziani spirano sempre nella stessa direzione e, a seconda della stagione, il pennacchio è più o meno evidente.
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