Cronaca

C’è un caso di presunte molestie denunciato su Facebook dal leader dei Diaframma

C'è un caso di presunte molestie denunciato su Facebook dal leader dei Diaframma

 (Facebook)

Da 48 ore le acque nel mondo della musica italiana indipendente sono burrascose. A smuoverle, un post su Facebook di Federico Fiumani, leader dei Diaframma, storica band fiorentina fondata alla fine degli anni ’70, che ha scritto: “Io con gli stronzi che picchiano le donne non ci lavoro, anche a costo di dover annullare concerti e pagare penali”.

Una frase vaga, che poteva essere riferita a chiunque, ma che già nei primi commenti racconta una storia già nota sui social e molto delicata. Elena risponde subito “la butto lì… dovevi suonare a Genova? Ahaha” e il commento inizia ad incassare immediatamente like (saranno 51 alla fine). Alla conversazione partecipa anche Lee, che scrive “Bravo! Fossimo da qualche altra parte avrebbe già chiuso baracca ma qui continua imperterrito. Anche tra i musicisti ci vorrebbe più responsabilità, molti sanno ma fanno finta di non sapere per comodo”. Poi è la volta di Antonio, che torna sempre sullo stesso dettaglio, la città: “Un altro locale a Genova lo trovi di sicuro”.

I commenti, 55, sono tutto un tripudio di ringraziamenti per il coraggio, per la posizione “finalmente presa”. “Finalmente”, come se un’intera comunità di artisti non aspettasse altro. Ma Fiumani non ha fatto alcun riferimento, è bastato scrivesse a proposito di “stronzi che picchiano le donne” per scatenare tali affettuose dimostranze tra i suoi contatti, molti dei quali operanti nel mondo della musica live, quasi tutti liguri.

Il caso diventa di dominio pubblico

Cosa succede nell’ambiente musicale genovese? Chi è questa persona il cui nome e condotte nei confronti delle donne, tutti, pare, conoscano? Passano tre giorni ed evidentemente la storia gira forte tra le chat private degli addetti ai lavori, finché non diventa il segreto di Pulcinella, e allora lo stesso Fiumani torna a battere i tasti su Facebook, e stavolta è decisamente più esplicito. È a questo punto che alcuni giornali – siamo a oggi – riprendono quel post e questa storia. Repubblica, Il Fatto, Genova Today, il magazine Wired.

La storia diventa di dominio pubblico. E i riflettori puntano sul Festival Supernova, uno dei più importanti organizzati nel nostro paese e che ogni anno raccoglie il meglio del circuito indipendente italiano, e sulla casa editrice Habanero.

L’ultimo post di Fiumani riceve un’altra carrellata di like, condivisioni e commenti. E il nome che esce sulla grande stampa online è quella di Emanuele Podestà, uno degli organizzatori del Festival Supernova, a capo della piccola casa editrice Habanero e di un omonimo booking. A questo punto la piazza social si infiamma ancora di più. Agi.it ha raccolto decine di post e parlato con alcuni degli autori delle denunce via social. Tutti raccontano di proposte indecenti, aggressioni, molestie. Accuse infamanti, non suffragate da alcuna denuncia ufficiale. La Procura di Genova e gli investigatori smentiscono che vi siano fascicoli o indagini in corso. Di cosa stiamo parlando, allora? Di un processo mediatico?

Tra le  persone che puntano il dito su Podestà c’è anche un autorevole personaggio di questo ambiente, Emiliano Colasanti, della 42Records, discografico di due artisti che in qualche modo hanno avuto a che fare con l’organizzatore del Supernova: Colapesce e Cosmo. Il primo in particolare avrebbe dovuto aprire l’anno scorso il festival al Porto Antico di Genova, il 20 aprile, ma dieci giorni prima viene data comunicazione dell’annullamento del concerto a causa di “problemi di natura logistico-organizzativa”.

Un altro sito parla di “questioni private dell’artista”, ma è Colasanti sempre con un post su Facebook ha svelare la verità: “In quel momento lì è successo che persone vicine a noi e che avevano avuto problemi, anche seri, con il tizio in questione, ci hanno raccontato le loro storie e ci hanno lasciati sgomenti. Lorenzo ha deciso di non suonare al Supernova e la stessa decisione era stata presa da Marco, che Lorenzo ha coinvolto fin da subito”. Ma non è tutto: la storia raccontata nel post da Colasanti, a capo di una delle etichette di maggior successo in Italia, continua ed è una testimonianza necessaria per capire il clima che si è creato attorno a questa persona.

“Non volevamo una guerra mediatica”

“Quello che però non volevamo fare – avendo avuto esplicita richiesta di non coinvolgimento da parte delle ragazze che ci avevano raccontato le loro vicende – era scatenare una guerra mediatica e gettare il mostro in prima pagina senza che però ci fosse lo straccio di una denuncia, o anche solo una presa di posizione pubblica da parte delle ragazze coinvolte. Quindi ho preso il telefono, ho chiamato Emanuele Podestà e gli ho detto senza mezzi termini che i due concerti al Supernova non si sarebbero più tenuti e che non avremmo mai più collaborato con lui (decisione condivisa anche dall’agenzia di concerti che gestisce entrambe le band di cui parliamo). Al telefono ho trovato una persona distrutta, che sosteneva di essere cambiato e completamente disponibile ad accettare tutte le conseguenze che la cancellazione di quelle due date (e quindi del festival) avrebbe comportato. Non lo scrivo perché abbia provato empatia con lui – zero – e neanche perché gli abbia creduto, ma dopo giorni di discussioni e davanti al suo giuramento di uscire dal comitato organizzativo del Supernova si è deciso di cancellare solo la data di Lorenzo per non danneggiare tutte quelle persone che avevano la sola colpa di lavorare a un festival con una persona di cui potevano anche non conoscere alcuni comportamenti più che discutibili. Abbiamo quindi fatto la data di Cosmo, non l’abbiamo promossa, abbiamo declinato tutte le interviste con i media locali e dal giorno seguente abbiamo chiuso ogni rapporto con Podestà. Che il giorno del festival non ha mai interagito con noi e si è tenuto alla larga dai camerini. Non c’interessava scatenare una guerra su Facebook, passare per eroi e neanche dare vita alla rincorsa a chi pubblica lo screenshot più pruriginoso. Abbiamo fatto una scelta e l’abbiamo comunicata a chiunque ci abbia chiesto spiegazioni. E infatti anche altre agenzie ed etichette hanno smesso di collaborare con Habanero. Quello che è successo dopo la notizia della cancellazione della data di Colapesce per motivi personali è che tante persone, anche amiche vere, hanno scritto a Lorenzo e me per dirci che avevano capito cosa avevamo fatto e ringraziarci. Sono venute fuori altre storie e altre ancora”.

Altri artisti annullano i concerti

Anche Bianco, altro artista affermato nel circuito, decide di annullare il proprio concerto, spiegando sulla sua pagina Facebook che: “Non ci sentiamo di affrontare il concerto, che parla di amore, di rispetto, di amicizia, nelle condizioni di poca luce dettate da questa vicenda”. Gli fa eco oggi Vasco Brondi, che doveva passare da Genova il 15 dicembre per l’ultimo tour in versione Le Luci Della Centrale Elettrica, e anche lui usa Facebook per annunciare ai suoi fans che “Vista la difficile e poco chiara situazione che si è venuta a creare in questi giorni, di cui non eravamo a conoscenza e rispetto alla quale attendiamo che si faccia chiarezza nelle sedi opportune, il nostro concerto in programma al Teatro della Corte di Genova sabato 15 dicembre sarà interamente ri-organizzato e prodotto dall’agenzia International Music & Arts, in collaborazione con il teatro stesso. Nessun altro soggetto sarà coinvolto nell’organizzazione e nella produzione della data. Sono due giorni che lavoriamo per trovare una soluzione e questa ci è sembrata la migliore: è un concerto in cui si parla di amore, di empatia, gentilezza e di rispetto reciproco e in questo momento questa era l’unica possibilità per farlo serenamente”.

Podestà: “Non ci sono condanne, querelo Fiumani”

E Podestà? In città in molti lo stanno cercando ma lui è rimasto in silenzio. “Io dico che questa è diffamazione, che mi tutelerò nelle opportune sedi, in realtà ho già parlato con i miei avvocati. Io non ho condanne, non sono andato a processi particolari…”, ha detto all’Agi il manager finito in un inferno di cui ancora non si riescono a capire bene i confini. Molti giornali hanno creduto alla versione della rete. Si racconta di alcune denunce poi ritirate. “C’è una condanna?”, replica deciso. “Non ci sono condanne, querelerò Federico Fiumani il prima possibile, probabilmente già domani, perché.. cioè… la cosa è surreale.” Quindi tutto quello che hanno scritto e stanno scrivendo è falso? “Guarda, ripeto, querelo Fiumani e non ho condanne. A posto così, grazie.”

Insiste Fiumani: “Io ho lettere di denuncia. Dopo il post poi mi sono arrivati messaggi privati di quattro ragazze. E tutto questo solo ieri”.

Una di queste ragazze ha conosciuto Podestà quando ha acquistato da lui un biglietto per un concerto, da lì l’amicizia su Facebook e una breve frequentazione di poco più di un mese; poi lei sia accorge che qualcosa di lui non la convince, allora decide di troncare, dopo due giorni lui nottetempo la raggiunge a casa, “vivo a 70 km da Genova, non so nemmeno come ha fatto a trovare casa mia”.

I fatti: due denunce poi ritirate

Quello della ragazza è un racconto duro, di una serata finita con l’arrivo dei carabinieri che allontanano l’uomo e raccolgono la denuncia della donna. Denuncia ritirata due anni dopo, su consiglio di un amico di famiglia. “Col senno di poi oggi mi mangio le mani per avergli dato retta”. Infatti è certo che al momento non risultano esserci denunce a carico del giovane editore. Chiama anche S., una ex di Podestà, si mette a sua disposizione, le racconta che lei è stata fidanzata con lui per un po’ e anche la sua storia era finita con una denuncia poi ritirata. Quella ragazza,  ieri ha pubblicato sul suo profilo Facebook un post che dice “Prima o poi la verità viene a galla.. Finalmente! Grazie Federico”.

Le reazioni che registriamo arrivate da Genova oscillano tra lo sdegno e il “Ma và?”. Sono diverse comunque le persone, specie addette ai lavori, di diverse associazioni della città legate alla musica dal vivo, che hanno scelto di non avere a che fare con quest’uomo e con la sua etichetta.

Come F. che ci scrive: “Queste cose a Genova nell’ambiente si sanno da almeno 3 anni e si è comportato in modo aggressivo con molte persone anche in pubblico”. Per ora, di sicuro, ci sono soltanto due denunce poi ritirate da parte di donne che sono tornate sui propri passi. E centinaia di messaggi condivisi sui social. Senza querele la magistratura difficilmente potrà procedere, mentre lui, Emanuele Podestà, parla di polverone mediatico e annuncia cause per diffamazione contro i suoi accusatori.  

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