
AGI – Brutto colpo per la mitilicoltura a Taranto. Un furto scoperto nelle scorse ore ha cancellato mesi di sperimentazioni e di analisi finalizzate a testare se nel primo seno del Mar Piccolo le cozze possono restare anche oltre il periodo indicato dall’ordinanza regionale (febbraio di ogni anno) senza compromettere la salute dei consumatori. Il furto è stato scoperto ieri mattina dal personale dell’Asl Taranto che si era recato in Mar Piccolo per i controlli. Le reste dei mitili (due reti di plastica a calza tubolare poste una dentro l’altra, all’interno delle quali vengono posti i mitili) sono state probabilmente rubate l’altra notte.
Sommario
Sperimentazione interrotta
La sperimentazione, inizialmente prevista da settembre, a causa del caldo eccessivo e della moria delle cozze era cominciata a metà novembre e adesso dovrà essere rifatta. “Avevamo avviato una sperimentazione importante e fortemente richiesta dai mitilicoltori legali – spiega il commissario di Governo per la bonifica dell’area di Taranto, Vito Uricchio – volevamo accertare che i mitili possono restare nel primo seno di Mar Piccolo per un periodo maggiore rispetto a quello fissato dall’ordinanza della Regione. Di quanto, rispetto a febbraio, lo dovevamo ancora valutare dal punto di vista scientifico, ma i primi dati conseguiti erano estremamente interessanti e promettenti.”
Benefici ambientali e produttivi
“In sostanza, stava venendo fuori che i mitili sarebbero potuti restare anche oltre febbraio in quelle acque senza creare problemi e impatti igienico-sanitari. Questo perché i problemi che poi impongono il trasferimento dei mitili dal primo seno, cominciano a esserci da giugno. I mitili potevano quindi permanere nel primo seno e questo era a vantaggio di tutti, a partire dai mitilicoltori. Inoltre, i mitili sono anche più saporiti, essendo dolci le acque del primo seno per la presenza dei citri, e non è da trascurare, infine, la parte ambientale per l’azione ecologica degli stessi mitili. Ecco, questi i motivi che facevano di questo progetto un qualcosa di molto significativo dal punto di vista produttivo e scientifico”.
Reazione delle istituzioni
Per il prefetto di Taranto, Paola Dessì, “non può pertanto sottacersi come l’episodio criminoso rallenti inevitabilmente il processo virtuoso innescato, in danno degli interessi del territorio tarantino nel loro complesso. Sono state attivate e verranno intensificate specifiche azioni per rafforzare la tutela della legalità, la prevenzione e il contrasto di ogni forma di illegalità che possa minare lo sviluppo sano e trasparente delle attività produttive. La Prefettura, in sinergia con tutte le Forze dell’Ordine e gli enti competenti, è impegnata affinché la mitilicoltura tarantina possa continuare a prosperare in un ambiente protetto e regolamentato”.
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