Cultura

Per la morte di Roosevelt il brindisi nel bunker di Hitler   

Il Führer e la profezia col re di Prussia Federico il Grande

Nessun rovesciamento di fronte come speravano i nazisti a Berlino

Ma stavolta la storia non si sarebbe ripetuta. La scomparsa di Roosevelt, pur improvvisa, non cambiava in nulla le sorti del Reich: non ci sarebbe stato nessun rovesciamento di fronte e nessuna coalizione antisovietica, dopo tutti gli orrori compiuti dai nazisti in Europa. Nessuno choc destabilizzante e nessun vuoto di potere a Washington. Il suo vice Harry Truman giurò subito e l’Operazione Manhattan, che avrebbe aperto l’era atomica, ne usciva rinvigorita.

L’uomo che aveva inventato il New Deal e gestito il conflitto

Il 14 aprile le solenni esequie segnavano il congedo da un politico e da un uomo che aveva profondamente segnato il Novecento americano. Aveva retto le sorti degli Stati Uniti per quattro mandati presidenziali, nelle fasi più delicate e scabrose, quali la rinascita dal disastro economico dovuto al crollo della Borsa di Wall Street nel giovedì nero del 1929, e l’attacco giapponese a Pearl Harbor del 7 dicembre 1941che segnava la fine della neutralità e l’entrata in guerra. Roosevelt seppe gestire le emergenze con lucidità, efficacia, fermezza e lungimiranza.

Di professione avvocato, in gioventù era stato colpito dalla poliomielite i cui effetti alle gambe avversò con una inflessibile forza di volontà che fu capace di trasmettere ai suoi connazionali. Il suo primo mandato presidenziale, sancito da una schiacciante vittoria elettorale, risaliva all’8 novembre 1932. Il suo polso fu subito evidente, anche nel tenere la barra ferma nonostante le critiche aspre agli interventi statali sulle principali voci economiche del Paese, in contrasto con una radicata tradizione politica. Avendo attuato buona parte delle sue riforme, nel 1936 bissò l’esperienza alla Casa Bianca e mentre in Europa si addensavano le nubi della guerra, passata una prima fase di simpatia e anche di ammirazione nei confronti di Benito Mussolini, schierò gli Stati Uniti nell’isolazionismo e nella non ingerenza. Rieletto nel 1940, sosterrà a spada tratta la Gran Bretagna sotto le mire hitleriane con la Legge Affitti e prestiti del marzo 1941 che la riforniva di materiale bellico, industriale, militare e commerciale.

L’artefice di decisioni epocali strategiche e politiche

Da quella fase in poi Roosevelt fu in prima linea per tutte le decisioni epocali che caratterizzeranno il corso del secondo conflitto mondiale. Suo il principio «Germany First» che indicava nel Reich il principale nemico da abbattere, ancor prima del Giappone aggressore a tradimento. Sue le decisioni prese nelle conferenze internazionali sulla conduzione della guerra a Casablanca, Québec, Il Cairo, Teheran, fino a Jalta dove si segnò uno spartiacque tra il prima e il dopo, che i “Tre grandi” disegnavano per il ricomporre gli equilibri e la geografia del mondo. Era stato rieletto nel 1944, con Truman come vice, ma non ebbe modo di vedere né la vittoria né gli Usa superpotenza mondiale. È stato uno dei più grandi presidenti della storia americana.

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