Cronaca

Paolo Arata, consulente della Lega sulle energie alternative, è stato arrestato per corruzione

Corruzione Arata e figlio

(Dalla pagina ufficiale di Matteo Salvini su Youtube)

Paolo Arata

Intestazione fittizia, corruzione e riciclaggio: la Dia di Trapani ha arrestato il professore Paolo Arata, ex forzista e più di recente consulente in materia di energie alternative della Lega di Matteo Salvini.

Arrestati anche il figlio di Arata, Francesco, l’imprenditore dell’eolico, Vito Nicastri e suo figlio Manlio. Il provvedimento è stato disposto dal gip di Palermo. A coordinare l’indagine della Dia la Procura della Repubblica di Palermo, guidata da Francesco Lo Voi, sono l’aggiunto Paolo Guido e il sostituto Gianluca De Leo.

Il 18 aprile scorso – in seguito ad un decreto di perquisizione – ci fu una “parziale discovery” dell’inchiesta che riguarda un giro di corruzione nell’ambito dei progetti relativi alle energie alternative. Una indagine partita circa un’anno e mezzo fa monitorando Francesco Isca, un piccolo imprenditore di Calatafimi (Tp), indagato per associazione mafiosa e si è avvalsa anche delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Nell’indagine viene poi coinvolto anche l’imprenditore Vito Nicastri -il “re dell’eolico” – che era ai domiciliari, e al quale è stato sequestrato un patrimonio di circa 1 miliardo di euro.  

A Nicastri, che in violazione delle restrizioni, continuava a “fare affari” comunicando anche dal balcone, era stato aumentata la misura e dunque trasferito in carcere dove gli è stato notificato l’ultimo provvedimento.

Il “sistema” riguardava le procedure e le autorizzazioni per gli impianti di biogas, mini eolico e fotovoltaico. A settembre,quando un episodio di corruzione che vede coinvolto Paolo Arata e il sottosegretario Siri,l’indagine si sdoppia e i magistrati palermitani inviano il fascicolo relativo ai colleghi della Procura guidata da Giuseppe Pignatone.

Questo filone d’indagine è coordinato dall’aggiunto Paolo Ielo. Alberto Tinnirello finito ai domiciliari su disposizione del gip, è il dirigente dell’assessorato Energia e responsabile del servizio “autorizzazioni” a cui Paolo Arata avrebbe promesso e versato somme di denaro non quantificate “per il compimento di singoli atti e comportamenti riconducibili al suo ufficio (tra gli altri, informazioni sullo stato delle pratiche amministrative inerenti la richiesta di autorizzazione integrata ambientale – si leggeva nel decreto di perquisizione di aprile – per la costruzione e l’esercizio degli impianti di bio-metano di Franconfonte e Calatafimi -Segesta della Solgesta s.r.l.) ed in generale per l’asservimento della funzione agli interessi della Solgesta e della altre societa’ del gruppo Aata/Nicastri, in violazione dei propri doveri di imparzialità e correttezza”. 

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