Cronaca

Salgono a 7 i turisti morti nella strage stradale in Alto Adige

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Il giorno dopo è quello dello strazio. È il giorno del doloroso arrivo dei familiari delle sette vittime della strage di Lutago in Alto Adige. Nella notte tra sabato 4 e domenica 5 in quella che è l’ultima valle d’Italia prima dell’Austria, un giovane altoatesino di 27 anni messosi alla giuda in forte stato di ebbrezza (1,97 grammi/litro il tasso di alcol nel sangue), con la sua potente Audi TT nera ha falciato 17 persone uccidendone sei sul colpo mentre la settima è deceduta oggi in ospedale).

Era un gruppo di giovani tedeschi che erano rientrati da una serata nell’unica discoteca dell’alta valle. Erano prossimi ad attraversare la strada per fare rientro alla casa-vacanza dove alloggiavano quando sono stati violentemente investiti dall’auto sportiva lanciata, almeno queste sono le stime, a 100 chilometri orari in un tratto di strada dove il limite è 50. I morti, che sono saliti a sette (ci sono anche dieci feriti tra essi un altoatesino e una giovane donna romana ferita da schegge alle gambe), erano originari della Germania e avevano scelto la Valle Aurina, una sorta di località low cost per il turismo giovanile. Volevano trascorrere alcune giornate si svago e in allegria sulla neve.

L’incidente con più vittime di sempre in Alto Adige

Il bilancio del gravissimo incidente dell’altra notte è considerato il più pesante di sempre sulle strade dell’Alto Adige, territorio di montagna dove l’alcol è notoriamente una crescente piaga sociale. Dopo aver trascorso una notte nel reparto psichiatria dell’ospedale di Brunico per evitare un possibile gesto autolesionista, da questa mattina Stefan Lechner, operaio installatore di impianti di riscaldamento di Chienes, è rinchiuso in una cella del carcere di via Dante a Bolzano.

l giovane altoatesino è in stato di arresto, accusato di omicidio stradale plurimo aggravato dalla guida in stato di ebbrezza. L’articolo 589 bis del Codice Penale prevede una pena fino a 18 anni. Al suo legale, Alessandro Tonon al quale si e’ rivolto nei minuti successivi alla strage, Lechner ha detto: “Perché non sono morto? Sarebbe stato meglio se fossi morto io invece di altre persone” aggiungendo che non ere consapevole di essere ubriaco. Lechner, che ha subito ammesso la sua colpevolezza ai carabinieri intervenuti, aveva acquistato solo alcuni mesi fa il bolide sportivo e recentemente si era lasciato con la ragazza.

Nel frattempo le condizioni dell’altro paziente ricoverato in Austria – fa sapere l’Azienda Sanitaria altoatesina – sono “notevolmente migliorate”. All’ospedale di Bolzano è ricoverato in condizioni critiche uno dei tre feriti gravi rimasti. Stabili sono le condizioni dell’altro ferito grave ricoverato a Brunico. Gli altri feriti nel corso della giornata sono stati dimessi dai rispettivi nosocomi. Oltre a Julia Sophie, sono stati uccisi, Rita Felicitas Vetter, classe 1996 studentessa di medicina ad Amburgo, Katarina Majic di Wuppertal, Rita Bennecke di Remscheid, Julius Valentin Uhlig di Colonia, studente di architettura per seguire la carriera del padre e tifoso della squadra di calcio Fortuna Koeln, Julian Vlam di Siegen, calciatore del locale Tsv, e Philipp Schulte. Tranne Vetter gli altri erano nati nel 1997.

Oggi a Lutago di Sopra, accanto alla staccionata nel tratto di strada dove si è consumata la strage, c’erano le sei rose rosse (una per ogni vittima, posate già ieri), una trentina di lumini, alcuni cuori disegnati dai bambini e dediche. Nei pressi del Bruggerhof, dove la comitiva risiedeva, anche due cartelli simbolici, uno in lingua tedesca e l’altro in lingua italiana, “No stampa, chiediamo la vostra comprensione in questo momento di profonda tristezza”. Già nella notte gli altri componenti del gruppo, tutti in stato di shock, hanno fatto rientro in Germania. 

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