Cronaca

Una ragazza dice di essere stata espulsa per 10 anni dagli USA per vecchi messaggi sulla cocaina 

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CHRISTOPH SOEDER / DPA / DPA PICTURE-ALLIANCE

aeroporto

Essere espulsi da un paese come gli Stati Uniti per presunti messaggi riguardanti l’utilizzo di cocaina. Possibile? È quello che è successo a Isabella “Issy” Brazier-Jones, cittadina londinese di 28 anni, che non potrà più mettere piede sul suolo americano per i prossimi dieci anni.

La sua vacanza con l’amica Olivia che doveva durare due mesi, tra Los Angeles e New York, come la stessa Issy racconta in prima persona a Vice (e come riporta Vice Italia), non è mai cominciata. Arrivati all’aeroporto, come accade normalmente ai passeggeri in entrata nel paese, le ragazze vengono travolte dalle domande di rito della polizia locale: durata del viaggio, scopo del viaggio, alloggio. 

Isabella viene considerata sospetta, sempre secondo quanto racconta, quando gli viene chiesto l’ammontare del suo conto in banca e la quantità di contanti portati con sé. Troppo poco secondo l’agente incaricato, che accompagna le ragazze in una zona riservata prelevando cellulare e passaporto.

Da lì l’inizio di un incubo: ore di attesa in una sala sorvegliata dove gli viene proibito di sedersi accanto, parlare e anche soltanto guardarsi. Con loro molte altre persone, alcune provano a non addormentarsi, altre a far placare il pianto di bambini piccoli. Nelle 24 ore di detenzione, dove non viene concesso nemmeno un pasto, Isabella viene interrogata otto volte, la sua vita viene rivoltata come un calzino: “dove lavori?”, “Perché?”, “Sei venuta a lavorare qui?”.

Il suo telefono viene analizzato come la scatola nera di un aereo precipitato, vengono chieste delucidazioni riguardo email di cinque anni prima, domande alle quali Isabella naturalmente non può rispondere; poi, durante l’ultimo interrogatorio, quando le forze cominciano a mancare, le viene posta una domanda diretta riguardo la cocaina, pare che nel suo cellulare ci fossero messaggi che ne facessero chiaro riferimento.

“Devi prenderti le tue responsabilità – intimano gli agenti – smettila di dire scemenze, smettila di farci sprecare tempo. Sappiamo che sei una bugiarda, non ci piacciono le persone come te in questo paese”. Isabella allora confessa “Si, l’ho provata”, ed è stata questa la risposta che le è costata il volo di rientro nel Regno Unito e un’espulsione decennale dagli Stati Uniti.

Alla ragazza non è mai stato fatto leggere quel messaggio né detto quale fosse il riferimento alla cocaina incriminato. “Conosco varie persone che si stanno disintossicando – scrive – inclusi dei familiari, quindi mi sono chiesta se fosse stato quello. O i messaggi di amici dopo una serata che mi chiedevano se avessi preso della cocaina”.

Fatto sta che Isabella è stata accompagnata su un aereo e il passaporto, con tanto di timbro che certifica l’espulsione, è stato riconsegnato nelle sue mani solo una volta atterrati in territorio britannico. Alla fine del racconto si legge una nota della rivista che dice “Il Customs & Border Control degli Stati Uniti, contattato da Vice per un commento, ha spiegato che non vengono rilasciati commenti su casi singoli”. 

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