Cronaca

Una nuova possibilità di indennizzo per le vittime del crack della banche venete

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 TIZIANA FABI / AFP

 La sede della Popolare di Vicenza

Il governo studia la possibilità di concedere ai risparmiatori coinvolti nei crack delle banche venete, che hanno ottenuto il rimborso del 30% con la procedura semplificata, di rivolgersi successivamente a un arbitro. Secondo quanto si apprende, al Mef sarebbero in corso valutazioni tecniche in queste ore per mettere a punto una soluzione, da inserire nel dl crescita, esclusivamente per gli indennizzi ai risparmiatori di Veneto Banca e Popolare di Vicenza che, viene spiegato, a differenza delle vittime dei crack delle quattro banche (Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti) non hanno una controparte su cui rifarsi.

Al momento è previsto un rimborso del 30% del costo d’acquisto per gli azionisti ma le associazioni dei risparmiatori chiedono che sia solo iniziale e che si possa arrivare al 100% (per gli obbligazionisti ora le norme prevedono il 95%) attraverso la pronuncia di un arbitro.

I rimborsi ai risparmiatori sono uno dei temi oggetto della trattativa in corso tra maggioranza e opposizione sul decreto crescita all’esame della Camera. Il Pd punta a ottenere una corsia preferenziale per i risparmiatori che chiedono ristori sotto i 50.000 euro e alla fine potrebbe spuntarla.

Ma il capogruppo Dem in commissione Bilancio, Luigi Marattin, ha presentato un emendamento che prevede la possibilità per chi ottiene il rimborso del 30% di rivolgersi successivamente a un arbitro. La proposta di modifica, secondo quanto riferiscono fonti della maggioranza, così come strutturata non avrebbe chance di passare, ma potrebbe essere riformulata dai relatori.

La soluzione che si sta valutando è di concedere la possibilità di ricorso all’arbitro post rimborso e, nel caso di vittoria, prevedere il risarcimento a carico del Fir, il Fondo indennizzo risparmiatori previsto dalla legge di bilancio che ha al momento una dote di 1,5 miliardi in tre anni. Il Fir dovrebbe quindi essere rifinanziato con un altro miliardo alimentato dai conti dormienti

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