Cronaca

Sui migranti è scontro tra le ong e il governo. “Sos Humanity” ricorre al Tar del Lazio

AGI –  È subito scontro tra il governo e le ong. Il caso della ‘Humanity 1’, fatta approdare sabato sera a Catania, mostra chiaramente il nuovo corso sul tema dell’immigrazione.

Dalla nave della Sos Humanity vengono fatte scendere 144 delle 179 persone, tra bimbi, donne e un centinaio di minori non accompagnati; ne restano 35, maschi adulti classificati come ‘non fragili’.

Dalla nave Geo Barents di Msf sono sbarcati a Catania in 357, restano a bordo 215 persone e le operazioni di sbarco si sono concluse.

 E al largo delle coste catanesi ci sono anche la Rise Above con 95 migranti e la Ocean Viking di Sos Mediterranee con 234.

Tutto fa pensare che si seguirà il medesimo modello: ispezione, presa in carico dei ‘fragili’, permanenza degli altri a bordo della nave che dovrà lasciare le acque italiane. Humanity intanto disobbedisce: “Intorno alle 11.30, ci è stato chiesto di lasciare il porto di Catania con 35 sopravvissuti a bordo. Il capitano ha rifiutato questo ordine. La legge marittima lo obbliga a portare in un luogo sicuro tutti coloro che sono stati salvati da un’emergenza in mare”.

La linea viene però ribadita. Fonti vicine al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, confermano che è stato firmato anche da lui, insieme ai colleghi di Interno e Difesa, il divieto alla Geo Barents di sostare nelle acque territoriali nazionali “oltre il termine necessario ad assicurare le operazioni di soccorso e assistenza nei confronti delle persone che versino in condizioni emergenziali e in precarie condizioni di salute segnalate dalle competenti autorità nazionali. A tutte le persone che restano sulla imbarcazione, spiegano le stesse fonti vicine a Salvini, “sarà comunque assicurata l’assistenza occorrente per l’uscita dalle acque territoriali”.

Tiene il punto Sos Humanity: “Le persone soccorse hanno diritto a un accertamento di protezione individuale, che può avvenire solo a terra. Respingere le 35 persone a bordo di Humanity 1 in cerca di protezione dalle acque territoriali è una forma di respingimento collettivo e quindi illegale“.

“Il comandante di Humanity 1, anche su nostra indicazione, si è rifiutato di ripartire e dirà che prima devono scendere tutti secondo le regole del diritto di asilo”, spiegal l’avvocato Alessandro Gamberini, che assiste legalmente la ong e che in passato ha assunto la difesa nei casi Rackete e Vos Thalassa e Open Arms a Ragusa,

Da sabato sera è attivo un presidio del cartello antirazzista. Diversi parlamentari sono andati davanti al molo 25 dove è ormeggiata la Humanity 1, per definire lo ‘sbarco selettivo’ “illegittimo e umano”.

A bordo è salito il deputato Aboubakar Soumahoro, il quale ha annunciato che è al lavoro un pool di avvocati: “Lanciamo un appello al presidente della Repubblica in quanto garante della nostra Costituzione: non si può permettere in un contesto democratico che la Carta costituzionale sia utilizzata come un campo da ping pong. Noi non lo consentiremo, mai”.

Sos Humanity ricorre al Tar del Lazio contro governo

Sos Humanity ricorrerà al Tar del Lazio contro i provvedimenti del governo in relazione alle operazioni in corso a Catania. lo afferma una nota della ong.

“Sia il decreto del governo che il divieto allo sbarco di 35 sopravvissuti- spiega Mirka Schafer, dell’ufficio legale di Sos Humanity – violano la legge internazionale e quella italiana. La legge internazionale prevede che le operazioni di ricerca e soccorso si concludano con lo sbarco dei sopravvissuti in un posto sicuro. Permettere lo sbarco solo ad alcuni sopravvissui selezionati è illegale. Inoltre, cacciare tutti gli altri fuori dalle acque territoriali costituisce una forma di respingimento collettivo ed è un atto che viola sia la Convenzione europea dei diritti umani sia il principio di non respingimento cosi come definito dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati” Sos Humanity chiederà al tribunale di a Catania di esprimersi affinché “assicuri che a coloro che a bordo invocano il diritto di protezione sia garantito a terra l’accesso a una richiesta urgente di asilo” e che “ai 35 sopravvissuti si permetta lo sbarco immediato”.

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