Cronaca

Sette regole per sopravvivere alla convivenza domestica imposta dal coronavirus.

Divani da condividere per ore, telecomandi contesi, salotti e camere da letto trasformate in open space da imprevedibile smart working, pranzi e cene da preparare senza più neanche l’ossigeno di una pizzeria al sabato sera.

Abituate a salutarsi al mattino e a reincontrarsi la sera, in questo periodo di forzata e doverosa reclusione domestica  anti-coronavirus le coppie, con o senza figli, sono costrette a ricalibrare i loro ritmi e a misurarsi con l’insidioso effetto collaterale della crisi di coppia da convivenza forzata.

Se le regole su come prevenire il coronavirus ormai sono stranote a tutti, dal lavarsi spesso le mani a rispettare la distanza di un metro,  la psicoterapeuta  e sessuologa  Marinella Cozzolino consegna all’AGI quelle per arginare lo spettro di crisi coniugali, insieme a un’interessante similitudine:”

Il #restoacasa ci sta proponendo una condizione che somiglia parecchio a quella del Natale, periodo cruciale che evidenzia pregi e difetti di ogni legame sentimentale. Lo stato di salute sentimentale a fine  emergenza coronavirus dipenderà parecchio da come stava la coppia, ma ci si può lavorare, trasformando questo periodo in opportunità. Non ne usciremo uguali a prima, ma senz’altro più maturi”. Ecco come:

1: Condividete i compiti

“La coppia ha da sempre il problema della condivisione dei doveri, soprattutto quelli che riguardano i figli, e in questo delicato periodo la responsabilità è tripla,  occorre fare attenzione nella ripartizione dei compiti relativi alla cucina, alla spesa, ai compiti dei figli.

2: Giocate, vi servirà.

“Per superare un momento critico come questo serve parecchia energia, che si può trarre dai momenti ludici. Attenzione però, perché spesso i miei pazienti li confondono con il relax o la cena fuori, io invece intendo proprio il giocare: tirate fuori il Monopoli, il Karaoke, fate ginnastica tutti insieme, mascheratevi. Servirà.

3. Non minimizzate il momento:

“Dirsi “andrà tutto bene” può essere consolatorio, ma occorre avere anche la consapevolezza che in questo periodo di emergenza non va tutto bene. Confessarselo è terapeutico”.

 4: Evitate il controllo:

“Quest’inedita condizione casalinga impone di lasciar libero l’altro. Ricordiamoci che andare al lavoro o a fare sport per molti significa anche uscire da una gabbia in cui a volte ci si sente invischiati. Bisogna evitare quindi il “Che stai facendo?” quando il partner è in un’altra stanza o al computer e anche il “Con chi stai parlando?” quando prende in mano il cellulare: i social, i messaggini e le telefonate  rappresentano un sano momento di evasione per chi non può uscire di casa”.

5: Lui, lei, l’altra – lei, lui, l’altro, l’amante ai tempi del coronavirus.

 “Le crisi di coppia hanno sempre un nome e cognome, quello dell’amante, costretto, in questo momento di forzata e prolungata convivenza coniugale a un isolamento terribile, simile a quello che gli tocca a Natale, che si può sublimare con telefonate e messaggi (vedi punto 4 ndr). Mentre per chi, in coppia, soffre di nostalgia per l’altro isolato a casa sua, un esercizio utile può essere quello di provare ad essere con il partner ufficiale la persona diversa, “l’altro sé” che si propone abitualmente all’amante. C’è chi con il marito non mette neanche i piedi nell’acqua e con l’amante varca il mare in barca a vela: provi a invertire la rotta, può funzionare. A volte fingere di essere felici può rendere felici”.

6: Sesso, desiderio (e figli): liberi insieme

Astenersi per paura del contagio non ha molto senso per chi condivide il letto. C’è però da considerare la possibilità del calo del desiderio dovuta non tanto all’ansia del contagio quanto a quella per la crisi, soprattutto nell’uomo, il cui potere sessuale spesso è legato a quello economico, insieme alla presenza ingombrante dei figli. Ma questa nuova condizione può essere l’occasione per dare delle nuove regole in famiglia e stabilire ad esempio che mamma e papà hanno il diritto di chiudersi in camera loro, anche  solo per parlare. Lo slogan dovrebbe essere “liberi insieme”. 

7: Tv, cucina e altro, si comanda a turno

“Per decidere programmi tv, menù, giochi, consiglio di prendere il comando a turno con il gioco del “Re, la regina, il principe e la principessa (se ci sono figli). Si regna un giorno a testa decidendo cosa si mangia a colazione e così via”.

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