Cronaca

Secondo l’associazione di categoria in Italia operano 100 mila falsi fisioterapisti

falsi fisioterapisti dati italia

In Italia ci sono circa 50 mila fisioterapisti che esercitano la professione e ben 100 mila “millantatori” che svolgono attività riabilitativa sprovvisti di titoli e competenze, senza che i cittadini ne siano consapevoli. In occasione della Giornata mondiale della fisioterapia, l’Associazione italiana fisioterapisti (Aifi) ha dato vita alla campagna caratterizzata dallo slogan #LeManiGiuste, che si svilupperà su diversi canali di promozione come social network e locandine: lo scopo è far capire che il fisioterapista lavora in molti ambiti della riabilitazione ma anche della prevenzione. Ma è fondamentale affidarsi a mani sicure, quelle di un professionista legalmente riconosciuto e competente.

“Il fiosioterapista è un professionista della sanità in possesso di laurea o titolo equipollente, che svolge, in via autonoma, o in collaborazione con altre figure professionali sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione, valutando e trattando le disfunzioni presenti nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori e viscerali, conseguenti ad eventi patologici, a varia eziologia, congenita ed acquisita”, spiegano gli esperti, precisando che contro l’abusivismo è necessario l’aiuto dei medici a cui spetterebbe il compito “di tenere sempre in allerta il paziente su questo rischio, di consigliare direttamente il nome di un fisioterapista vero, abilitato, serio”.

Infine, gli esperti diffondono quattro regole fondamentali che possono aiutare i cittadini ad avere una ragionevole certezza di essere in buone mani: verificare che il titolo di laurea sia stato rilasciato dall’Università Italiana e, in caso di titolo estero, che abbia ottenuto il riconoscimento dal ministero della Salute; verificare l’iscrizione ad una delle associazioni rappresentative dei fisioterapisti, definite per decreto ministeriale; verificare se, durante la visita fisioterapica, è richiesta la visione della documentazione clinica esistente; chiedere sempre il rilascio della corrispondente ricevuta fiscale, in caso di libero professionista.

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