Cronaca

Saranno i pc di “Diabolik” a svelare le ragioni dell’omicidio dell’ultrà?

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Francesco Fotia / AGF

Davanti al Cimitero Flaminio dove era programmata la cerimonia funebre di Piscitelli

Saranno analizzati dagli inquirenti i due computer acquisiti nei giorni scorsi a casa di Fabrizio Piscitelli, capo ultrà della Lazio noto come Diabolik assassinato la scorsa settimana con un colpo di pistola, in cerca di elementi che possano aiutare i pm a ricostruire il contesto in cui è maturato il delitto.

Gli inquirenti, coordinati dalla Dda di Roma, hanno ascoltato più volte l’autista cubano che da una decina di giorni accompagnava Piscitelli. L’uomo, al momento dell’omicidio, non era in macchina ma seduto su una panchina al parco degli Acquedotti al fianco della vittima.

Dalle sue deposizioni finora non sembrano essere arrivati elementi di rilievo utili ad individuare la persona con cui Diabolik aveva un appuntamento. Gli investigatori continuano ad indagare a tutto campo senza privilegiare alcuna pista né escluderne nessuna. Un contributo alle indagini potrebbe arrivare dall’apertura dei 3 cellulari dell’uomo, procedimento che però richiedera’ del tempo visto che gli inquirenti al momento non sarebbero ancora in possesso dei codici di accesso degli smartphone.

Non si placa però la protesta dei familiari nei confronti della Questura di Roma. “A distanza di sei giorni dell’omicidio di mio padre, non mi è stato ancora permesso di vederlo, mi stanno negando di celebrare un funerale normale e non mi è stata data ancora una spiegazione. La legge é uguale per tutti?” Lo scrive sul suo profilo Facebook Ginevra Piscitelli, una delle due figlie della vittima.

“La Questura continua a non saper dare una spiegazione – aggiunge – del perché abbiano deciso di prendere un provvedimento cosi’ estremo, applicato solo in particolarissimi casi. Ribadisco che mio padre è stato ucciso da uomo Libero”. 

La questione irrisolta del funerale

Non si sono infatti ancora svolti i funerali privati che erano previsti nella mattinata di martedì 13 agosto. La famiglia, durante la notte precedente alla data, si è recata al Policlinico di Tor Vergata per una breve visita alla sala all’obitorio ma dopo pochi minuti è andata via senza ritirare la salma per condurla al cimitero Flaminio, dove il questore Carmine Esposito aveva disposto un rito in forma privata per motivi di sicurezza. I familiari della vittima da giorni manifestano la loro contrarietà alla decisione presa. 

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