AGI – “È un grande onore. Tanta soddisfazione”. Lo dice all’AGI, Piera Levi Montalcini nipote di della grande scienziata Rita Levi Montalcini. Fra le tracce proposte alla maturità c’è proprio un passo dell’autobiografia del premio Nobel per la Medicina conferito nel 1986. Si tratta dell’Elogio dell’imperfezione. “Un privilegio sapere che i maturandi si stanno cimentando su quel testo – commenta – Mia zia era una grande donna, studiosa e ricercatrice fuori dal comune. Dall’elogio dell’imperfezione, in generale, dobbiamo cogliere la grande sfida: migliorare. Togliere imperfezioni per arrivare a un mondo vivibile in cui tecnica e scienza aiutano a togliere o sorreggere l’imperfetto. Ci si arriva per gradi, senza fretta, con lo studio”.
Perché ricorda Piera Levi Montalicini, “l’imperfezione è assolutamente un pregio. È quella che permette a chi la coglie, di auspicare un miglioramento. L’imperfezione è lo stimolo ad altro. Nella scienza, nella medicina ad esempio, aiuta a migliorare. Per mia zia, l’imperfezione era un vantaggio e non il contrario”. E oggi, prosegue, “sono stata davvero felice di sapere che si sono ricordati di Rita Levi Montalicini. Questo è un anno di ricordi. A breve avremo anche la moneta da due euro con la sua effige. Dobbiamo rendere omaggio a una donna che ha lavorato tanto, studiato moltissimo e pensato in modo unico. E ha lasciato sicuramente un grande ricordo e patrimonio scientifico. Esistono più di 100 scuole dedicate, una rete che le collega per collaborazioni e iniziative. C’è tanto fermento sulla donna e scienziata Montalcini, ancora oggi”.
Ed era una donna che sottolineava l’importanza del sistema scolastico e universitario italiano: “Si – conferma la nipote – era un dogma di famiglia: credo che oggi, dovremmo rivedere la ‘fretta’ nella specializzazione. Dovremmo dare molta più importanza alla formazione. Solo con una buona formazione mentale, ben abilitata al ragionamento, si possono poi unire tutti i saperi e usare il cervello nel modo giusto. Tutto il resto viene dopo. Serve prima una visione globale per poi comprendere meglio i dettagli”.
Da qui, il monito: prendete la laurea in Italia e poi specializzatevi dove volete. “Esatto – conferma Piera Levi Montalcini – le lauree italiane vanno benissimo. Poi si può andare all’estero per specializzarsi ulteriormente, a vedere cosa fanno gli altri e poi, fondamentale, si deve tornare in Italia per migliorare quello che non va. Dobbiamo andare a vedere cosa c’è di meglio e portarlo qui, adattarlo, metterlo a confronto. L’Elogio dell’imperferzione dice che ogni cosa si può migliorare“.
Rita Levi Montalcini ha lasciato un grande patrimonio del “sapere”: “Eh, si – conclude – è immenso. Una vita spesa per questo. E io coltivo il sogno di riunire i saperi di famiglia, quello di Paola (la sorella) che rappresenta l’arte, Rita che è la scienza, mio padre che è l’architettura. Saperi che si contaminano e intrecciano, saperi frutto di grande passione e sacrificio”.
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